Il Papa ai fedeli: «Non scendo dalla croce»
Le dimissioni di Benedetto XVI forse non hanno convinto tutti i vescovi e i porporati, ma hanno creato un'ondata di rispetto, curiosità, affetto, ammirazione nel popolo di Dio. Che all'ultimo appuntamento pubblico del Pontificato si è presentato in massa
CITTÀ DEL VATICANO - Autorità poche. Cardinali una settantina, dei 208 molti devono ancora arrivare. Ma l'altro protagonista all'ultima udienza di Benedetto XVI, oltre al Papa stesso, è stata la folla di fedeli. Centocinquantamila, conferma la sala stampa, sempre molto attenta a non fornire stime campate in aria. Più dell'ultimo Angelus, nonostante non sia domenica. Più di ogni altra udienza generale del Pontificato. Le dimissioni di Benedetto XVI forse non hanno convinto tutti i vescovi e i porporati, ma hanno creato un'ondata di rispetto, curiosità, affetto, ammirazione nel popolo di Dio. Che all'ultimo appuntamento pubblico del Pontificato si è presentato in massa.
«Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa ultima Udienza generale del mio pontificato», ha detto Ratzinger, subito investito da un boato di applausi. «Grazie di cuore, sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva e penso che dobbiamo dire grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona anche se è inverno!». Il suo discorso è impastato di riferimenti esegetici e teologici, ma scandaglia, con cenni lievi ma precisi, la storia del suo pontificato, i motivi delle dimissioni, le prospettive del suo futuro. E non manca di rispondere punto su punto alle contestazioni.
«Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e vive nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia», ha detto il Papa che sin dalla via Crucis che precedette la sua elezione denunciò la «sporcizia» presente nella Chiesa. Lo hanno descritto come un Papa solo, zavorrato dal cardinal Bertone (proprio oggi Panorama pubblica nuove notizie su attività di intercettazioni legate al caso Vatileaks), ma lui, ieri, ha scandito, tra gli applausi: «Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino», ed ha poi ringraziato i cardinali e i collaboratori, «ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni». Il cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Papa Wojtyla, si è lasciato sfuggire - salvo poi smentire - un moto di critica verso Ratzinger quando ha affermato che «dalla croce non si scende?». «La mia decisione di rinunciare all'esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso», scandisce, tra i battimano, Benedetto XVI.