20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Chiesa Cattolica | Dimissioni Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI lascia al successore la questione dei lefebvriani

«In queste circostanze straordinarie, le disposizioni relative ai rapporti con la Fraternità sacerdotale San Pio X vengono affidate dal Santo Padre al prossimo Papa». Così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in merito all'annosa trattativa della Santa Sede per fare rientrare i lefebvriani nella Chiesa cattolica

CITTÀ DEL VATICANO - «In queste circostanze straordinarie, le disposizioni relative ai rapporti con la Fraternità sacerdotale San Pio X vengono affidate dal Santo Padre al prossimo Papa». Così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in merito all'annosa trattativa della Santa Sede per fare rientrare i lefebvriani nella Chiesa cattolica dopo lo 'scisma' degli anni Ottanta. «Non è da aspettare in questi giorni una definizione dei rapporti con i Lefebvriani».

Nei giorni scorsi era emerso, dalla Francia, che una lettera datata 8 gennaio aveva raggiunto il superiore della fraternità sacerdotale San Pio X, il vescovo Bernard Fellay. Il documento era firmato dall'arcivescovo Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della commissione Ecclesia Dei. L'esistenza della lettera è stata confermata dall'abbé Claude Barthe, in un'intervista apparsa su 'Present': «Tutti sanno ormai che la Commissione Ecclesia Dei ha inviato una lettera al vescovo Fellay l'otto gennaio e che si aspetta una risposta da lui il 22 febbraio, il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. In questo giorno, 22 febbraio, potrebbe essere datata la costituzione della prelatura San Pio X. Questo rappresenterebbe la vera conclusione del pontificato di Benedetto XVI: la riabilitazione di monsignor Lefebvre. Potete immaginare che rombo di tuono e anche, indirettamente, quale peso nell'orientamento degli eventi di marzo», cioè del conclave. L'ufficio stampa dei lefebvriani a Parigi non aveva commentato la notizia. Nessuna nota ufficiale, solo un commento a mezza bocca: «L'abate Barthe parla a titolo personale».

Quello dei lefebvriani è stato un capitolo centrale del pontificato di Ratzinger, che dello 'scisma' ultratradizionalista si era già occupato da cardinale. Appena eletto Papa, nel 2005, ricevette il successore di Lefebvre a Castel Gandolfo. Poi - gesto gradito ai Lefebvriani - la liberalizzazione del messale pre conciliare (2007), la revoca della scomunica a mons Fellay e agli altri tre vescovi lefebvriani (2009) e, infine, due anni di negoziati dottrinali con la Santa Sede, che però non hanno ancora portato ad un rientro della fraternità sacerdotale nella Chiesa cattolica.