20 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Chiesa Cattolica | Dimissioni Benedetto XVI

Conclave, Benedetto XVI prepara la norma per l'anticipo

La precisazione arriva ieri, a fine mattina dal portavoce vaticano dopo che si diffondono voci su un provvedimento papale che sarebbe teso ad anticipare la data di convocazione del Conclave che eleggerà il suo successore. Sulla questione specifica, in realtà, padre Federico Lombardi è cauto

CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa «sta prendendo in considerazione la pubblicazione di un 'motu proprio', nei prossimi giorni, ovviamente prima dell'inizio della Sede vacante, per precisare alcuni punti particolari della Costituzione apostolica sul Conclave che nel corso degli ultimi anni gli erano stati presentati». La precisazione arriva ieri, a fine mattina dal portavoce vaticano dopo che si diffondono voci su un provvedimento papale che sarebbe teso ad anticipare la data di convocazione del Conclave che eleggerà il suo successore. Sulla questione specifica, in realtà, padre Federico Lombardi è cauto: «Non so se riterrà necessario o opportuno fare una precisazione sulla questione del tempo dell'inizio del Conclave. Se e quando il documento verrà pubblicato - aggiunge - lo vedremo».

«A me risultava, ad esempio, lo studio di qualche punto di dettaglio per la piena armonizzazione con un altro documento che riguarda il Conclave, cioè l'Ordo Rituum Conclavis», aggiunge il gesuita. «In ogni caso - ha concluso il gesuita - la questione dipende dalla valutazione del Papa e se vi sarà questo documento verrà reso noto nel modo opportuno». Sinora prevaleva in Vaticano l'idea che il Conclave dovesse essere convocato tra i 15 e i 20 giorni dopo l'avvio della sede apostolica vacante, dunque attorno al 15-20 marzo.

La questione della data del Conclave, apparentemente giuridica, ha però implicazioni 'politiche'. Alcuni cardinali - lo ha riferito nei giorni scorsi lo stesso Lombardi - hanno proposto che si anticipasse l'apertura della Cappella Sistina. La situazione attuale, aveva spiegato, «è un po diversa da quella precedente, in cui la convocazione dei cardinali veniva fatta quando già la sede era vacante, mentre in questo caso con la comunicazione della rinuncia fatta alcune settimane prima e l'annuncio di avvio della sede vacante in anticipo, i cardinali ovviamente già sono consapevoli e possono prepararsi a venire con più tempo» a Roma. «Nell'eventualità che siano già arrivati, non c'è nessuno da aspettare e si può interpretare la costituzione apostolica in modo differente. La domanda che c'è, qualcuno se la pone, qualcuno lo ha proposto. La domanda è aperta». Ma altri cardinali - hanno parlato in questo senso gli arcivescovi di New York Timothy Dolan e di Parigi André Vingt-Trois - hanno sottolineato che a loro avviso non è necessario anticipare il Conclave. Dietro queste sue posizioni si stagliano due sensibilità diverse, chi vuole accelerare i tempi forse per chiudere velocemente lo scompiglio creato dalla rinuncia di Ratzinger e chi invece vuole evitare accelerazioni, sviscerare tutte le questioni che si sono aperte con questo gesto inedito e scegliere con discernimento il successore di Benedetto XVI.

In realtà non sarà qualche giorno a fare la differenza. I 'pourparlers' tra cardinali - sia i residenziali romani, sia alcuni circoli europei e americani - sono già iniziati, facilitati anche dalle comunicazioni di internet. Né Benedetto XVI vuole arrogarsi una decisione che spetta, nel merito, ai cardinali che si riuniranno dopo l'avvio della Sede apostolica vacante il prossimo primo marzo. Tanto più che la normativa vigente - lo hanno confermato autorevoli giuristi consultati dalla Santa Sede - se intepretata minuziosamente già prevede una deroga alla regola dei 15-20 giorni. La costituzione apostolica 'Universi Dominici Gregis' promulgata da Giovanni Paolo II, infatti, al paragrafo 37, stabilisce che «dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, i Cardinali elettori presenti debbano attendere per quindici giorni interi gli assenti; lascio peraltro al Collegio dei Cardinali - proseguiva Giovanni Paolo II - la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l'inizio dell'elezione per alcuni altri giorni. Trascorsi però, al massimo, venti giorni dall'inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all'elezione».

«Questo può significare che se gli altri cardinali sono a Roma non c'è nulla da attendere», ha chiosato Ambrogio Piazzoni, vice prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, rispondendo ad una domanda dei giornalisti nel corso di un briefing sulla storia degli ultimi Conclavi. Ad ogni modo, «fino alle ore 19.59 del 28 febbraio può arrivare una norma del pontefice, se non arriva nessuna norma di questo genere non è più il Papa a decidere, e decidono i cardinali», ha detto Piazzoni. «Fino a quel momento l'interpretazione della legge la può dare soltanto il Papa». E il Papa dovrebbe intervenire. Non tanto per dire l'ultima parola - che, appunto, toccherà ai cardinali convenuti a Roma - quanto per evitare incertezze giuridiche che possano dare adito a interpretazioni aberranti, contestazioni fantasiose o - chissà - prestare il fianco a qualche 'sedevacantista' dal sapore antico.