11 dicembre 2024
Aggiornato 03:30
Giornata della Giustizia Tributaria

Fini: La Costituzione riconosca la Giustizia tributaria

Il Presidente della Camera: Va garantito il diritto di difesa dei contribuenti, troppi vincoli probatori, che, in mancanza di una sollecita pronuncia giurisdizionale, determinano rilevanti conseguenze per la sfera patrimoniale dei soggetti interessati

ROMA - «La giustizia tributaria, per l'impatto forte e immediato che esercita sulla vita delle persone e delle aziende, merita una maggiore attenzione da parte del legislatore, a partire, forse, da un suo esplicito riconoscimento in Costituzione, così come del resto già previsto per la giurisdizione amministrativa e contabile». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aprendo a Montecitorio la 'Giornata della giustizia tributaria' alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

ECCESSIVI VINCOLI TRIBUTARI - «Ancor più del contenzioso civile, penale ed amministrativo - ha sottolineato Fini - quello tributario presenta, infatti, dei profili peculiari dal punto di vista dei tempi del processo, della complessità della normativa fiscale e dei rapporti tra le parti. Al riguardo, pur considerando apprezzabili i recenti interventi normativi finalizzati ad 'avvicinare' la disciplina del processo tributario a quella del processo civile (si pensi, ad esempio, all'estensione del contributo unificato al processo tributario e all'introduzione dell'istituto del 'reclamo'), non si può non rilevare che l'abbreviazione dei tempi, entro i quali gli avvisi di accertamento diventano 'titolo esecutivo', richiede, necessariamente, una maggiore capacità di risposta da parte delle Commissioni tributarie, per non ledere il diritto di difesa dei contribuenti. Contribuenti a carico dei quali la disciplina fiscale pone, talvolta, eccessivi vincoli probatori, che, in mancanza di una sollecita pronuncia giurisdizionale, determinano rilevanti conseguenze per la sfera patrimoniale dei soggetti interessati».
«La decisione sul cosiddetto 'reclamo' e sull'eventuale proposta di mediazione - ha aggiunto Fini - è rimessa ad un organo non propriamente giurisdizionale, qual è appunto la Commissione tributaria, con ripercussioni sul piano della terzietà dell'organo giudicante».

«GIUSTO PROCESSO» - «La piena attuazione del principio del 'giusto processo' - ha osservato la terza carica dello Stato - appare, quindi, un'esigenza particolarmente avvertita anche nell'ambito della giurisdizione tributaria, e ciò nonostante il contributo che, negli ultimi anni, le misure deflattive e l'introduzione di metodi telematici hanno offerto per il significativo smaltimento delle liti fiscali pendenti. Tenuto conto, inoltre, della particolarità del giudizio tributario, si rende necessario creare una più funzionale sinergia tra giudici togati e non togati, che, forti delle rispettive esperienze professionali, possono assicurare una migliore e più celere certezza del rapporto tributario».