3 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Centrosinistra e la «foto di Vasto»

Il PD dice no alle minacce. Vendola: Nessun ultimatum

Il leader di SEL: E' il nostro popolo ad aver lanciato un ultimatum alla politica, in particolare al centrosinistra. Bindi: Non si ferma il confronto con i moderati. Latorre: Lista unica

ROMA - «Nessun ultimatum o minacce» da Idv e Sel al Pd, è «il nostro popolo ad aver lanciato un ultimatum alla politica, in particolare al centrosinistra». Così Nichi Vendola ha cercato di smorzare oggi i toni della polemica con il partito di Pier Luigi Bersani, che non ha gradito l'ennesimo appello all'avvio di un «cantiere del centrosinistra», formulato ieri congiuntamente dal leader pugliese e da Antonio Di Pietro. La discriminante, per Vendola, è che «occorre dare speranza al Paese, assediato oggi da una crisi drammatica e che vede nelle risposte del governo Monti nessuna capacità di invertire questa deriva fatta di recessione, disoccupazione, diseguaglianze: che sono l'alimento della crisi di credibilità dei partiti».
I due leader ieri hanno giocato con una effigie di Bersani durante una trasmissione di La7, entrambi hanno sottolineato la necessità di non fermarsi alla 'foto di Vasto' con i tre leader per aprire a società civile e movimenti e non limitare i rapporti ai tre partiti che hanno formato l'asse portante della gran parte delle alleanze nelle recenti amministrative. Ma nelle repliche dei democratici oggi non sono mancati tentativi di ridimensionare la proposta di Idv e Sel come una richiesta di 'chiusura' dell'alleanza.

Bindi: Non mi piacciono gli ultimatum - Il «sospetto» di Rosy Bindi, ad esempio, è che i due vogliano «bloccare il confronto con l'altra componente del nostro progetto, l'area moderata. Non mi piacciono gli ultimatum. E le minacce», ha detto la presidente piddina a Repubblica, dicendosi però «pronta al confronto». Anche per Giuseppe Fioroni «quello attuale «non è il momento degli ultimatum», ma guardando al futuro «il Pd deve diventare il federatore di tutto ciò che si muove nella società civile»: insomma, il nuovo centrosinistra di Vendola e di Pietro non basta.

Latorre: Lista unica - Più netta la posizione di Nicola Latorre, vicepresidente dei senatori del Pd, che si è spinto a immaginare «una grande unica lista alle prossime elezioni, che raccolga il Pd, Sel, ma anche i movimenti, le associazioni ed esponenti della società civile e che nasca dal basso». La preoccupazione di Latorre, evidentemente, è rivolta a un'altra delle proposte emerse in questi giorni, la cosiddetta 'lista Repubblica', bocciata senza appello: «Un inutile tatticismo», ha commentato l'esponente dalemiano.

Pedica (Idv): Ultimatum al PD dagli elettori - «L'ultimatum al Pd e agli altri partiti non arriva da Idv ma da tutti i cittadini che, come hanno dimostrato alle ultime elezioni amministrative, sono stanchi di questa politica silenziosa e vogliono il rinnovamento». Il senatore dell'Idv Stefano Pedica replica così a quanti dal Pd, dopo l'appello 'unitario' di Di Pietro e Vendola a Bersani hanno fatto sapere che il Partito democratico non riceve ultimatum da Idv e Sel.
«Di Pietro - sottolinea Pedica - non vuole imporre scelte a nessuno, ha solo fatto capire che è meglio guardare la luna e non il dito. E il suo appello, è l'appello di chi gira nei quartieri in mezzo alla gente, ed è mirato ad arricchire la foto di Vasto con la presenza di quei soggetti che hanno veramente a cuore il bene del Paese colpendo gli evasori e investendo nelle imprese, nei giovani e nelle famiglie».