24 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Autentico terremoto nel campo centrista

Fini-Rutelli lavorano a gruppo parlamentare, poi il Patto nazionale

Si tratterebbe di un gruppo parlamentare numericamente più grande di quello dell'Udc di Casini. E già questo dato, in settimane di veleni e conflitti tutti interni all'area del defunto Terzo polo, rappresenterebbe un dato rilevante

ROMA - Si tratterebbe di un gruppo parlamentare numericamente più grande di quello dell'Udc di Casini. E già questo dato, in settimane di veleni e conflitti tutti interni all'area del defunto Terzo polo, rappresenterebbe un dato rilevante. Ma soprattutto, rappresenterà un autentico terremoto nel campo centrista. Si tratta del varo - in tempi brevi, c'è chi parla di una settimana - di un unico gruppo parlamentare composto da Fli, Api, Mpa e alcuni ex Pdl. Un'operazione già molto avanzata, che avrebbe ottenuto il via libera di Fini e Rutelli e che sarebbe osservata con attenzione anche da Luca Cordero di Montezemolo. Aperta anche alla società civile, per la quale riservare una 'quota' del progetto. Una sfida anche all'Udc, il primo tassello in vista di un progetto politico più ampio che ha già un nome: 'patto nazionale'. Per questo, si apprende, Fli sta anche valutando di annullare la convention di giugno e sta lavorando per organizzare con gli altri partiti un appuntamento unitaria.

Una somma di debolezze - L'idea, che solo incidenti dei prossimi giorni potrebbero far saltare, nasce contemporaneamente in ambienti rutelliani e finiani. Per motivazioni differenti, e forse anche per somma di debolezze. Contano anche le tensioni interne a Futuro e libertà, anche se alla fine la soluzione potrebbe andar bene all'intero partito. Rutelli si è mostrato entusiasta e ha dato il via libera all'operazione in un direttivo alcuni giorni fa, Fini ne ha discusso ieri con i colonnelli del suo partito in una riunione non priva di qualche tensione, ma che ha sostanzialmente dato un primo via libera a un progetto che nelle intenzioni di alcuni rappresentava la continuità con l'esperienza del terzo polo, nella mente di altri un segnale di fumo a Montezemolo e in vista della costruzione di un nuovo e più ampio contenitore. Fatto sta che si dovrebbe partire presto, aggregando anche un gruppo di ex Pdl, e che punta a riunire in futuro anche alcuni deputati 'montezemoliani'. A meno che le prossime ore non rimescolino il quadro.

La maggioranza AB+Patto nazionale - Se l'operazione dovesse partire, come detto, dovrebbe saltare anche la convention convocata da Fli per il prossimo sedici giugno. Si aprirebbe anche un capitolo per i ruoli di capogruppo. Alla Camera potrebbe toccare a un finiano. C'è chi immagina che le forti tensioni degli ultimi mesi tra Bocchino e Della Vedova possano trasferirsi anche su quella casella, ma pare che al momento sul punto si stata siglata una tregua. Di certo il gruppo punterebbe a essere il terzo, per consistenza, che sostiene il governo Monti: invece di Abc, rilevano i più maliziosi, si potrebbe parlare di Ab+patto nazionale.

Tutti guardano a Montezemolo - L'operazione guarderebbe, inoltre, anche a Montezemolo e alla società civile, che però al momento non avrebbe dato rassicurazioni sul progetto. Il numero uno Ferrari la scorsa settimana ha avuto contatti telefonici con Rutelli e Fini. Ma guarderebbe anche a Casini, per trattare con lui, ragionare di futuro ma da una posizione di maggiore forza. Facendo valere la forza di un gruppo parlamentare di almeno quaranta deputati (16-17 i senatori, che ieri si sono incontrati al Senato e hanno pensato di costruire l'unità a partire anche una serie di proposte da sottoporre a Monti), ma soprattutto semplificando il quadro in vista della riorganizzazione dell'area di centro. Anche se, al momento, con l'Udc i rapporti restano freddi, molto freddi.