La Lega cerca di resistere alla bufera, «ripartire in fretta»
Il senatùr non ha rilasciato dichiarazioni per tutto il giorno, all'indomani dell'avviso di garanzia ricevuto per truffa aggravata ai danni dello Stato. Maroni: La Magistratura faccia presto, in Lega 2.0 deciderà la base
GEMONIO - Umberto Bossi tace, Roberto Maroni ha fretta di voltare pagina, concludere la «pulizia» e lanciare la Lega 2.0. Sperando che le vicende giudiziarie che hanno travolto Bossi e famiglia non lascino troppe macerie. Il senatùr non ha rilasciato dichiarazioni per tutto il giorno, all'indomani dell'avviso di garanzia ricevuto per truffa aggravata ai danni dello Stato. E ha evitato i giornalisti che lo hanno aspettato sin dal primo mattino davanti alla sua villetta di Gemonio. Bossi ha poi trascorso il resto del pomeriggio chiuso in via Bellerio, dove a parte Roberto Calderoli (e il figlio, Riccardo) tra i dirigenti leghisti non si è visto nessuno.
Maroni: La Magistratura faccia in fretta - Roberto Maroni, che si è detto «molto rattristato» per la vicenda, ha descritto l'ex capo «con il morale sotto i piedi». Ma il suo obiettivo, ora, è chiudere la vicenda giudiziaria il più in fretta possibile, lasciarsi alle spalle la tornata elettorale deludente e ripartire per una pulizia interna «vera e non di facciata», fatta, dicono i suoi, «senza guardare in faccia a nessuno». «Ci appelliamo alla magistratura - ha detto oggi Maroni - Non parlo di complotti. Conosco la Procura di Milano. Il procuratore lo conosco e lo stimo. Chiediamo solo di fare in fretta perché queste vicende devono essere risolte rapidamente».
«Mi pare che l'imputazione sia relativa al fatto che lui ha firmato il bilancio - ha detto Maroni a Tgcom - E se è questo è solo una responsabilità formale. Perché il bilancio l'ha firmato fidandosi di chi lo presentava. E' una cosa che non ha fatto piacere né a lui, né a me, né a nessun leghista. La Lega ha iniziato a fare pulizia. Bossi e suo figli si sono dimessi. E l'opera di pulizia continuerà finche é sarà necessario».
Nella Lega 2.0 deciderà la base - L'ex ministro dell'Interno ha spostato il dibattito sulle prossime scadenze del movimento, in primis i congressi lombardo e veneto, promettendo democrazia interna: «Sono sempre stato contrario a imposizioni di nomi dall'alto - ha scritto replicando ad alcuni post dei suoi sostenitori su Facebook - e questa volta i delegati saranno davvero liberi di scegliere tra chi deciderà di candidarsi. Questa è la regola aurea della Lega 2.0: decide la base».
Per la guida della Lega lombarda sia i maroniani sia i bossiani concordano nel ritenere favorito Giacomo Stucchi rispetto a Matteo Salvini, anche se i giochi sono ancora da chiudere. Mentre appare scontata l'elezione di Tosi in Veneto. Una cosa è certa, assicurano i «barbari sognanti». «Nella Lega che conta troverete i Tosi, i Salvini, gli Zaia. I nomi vecchi non ci saranno più».
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