Governo, il Cavaliere è tentato dall'appoggio esterno
Si è ben guardato dal dichiararlo ufficialmente. Ma Silvio Berlusconi è esperto come pochi in comunicazione. E dunque sapeva bene che quella frase pronunciata ieri a Monza in un bar davanti a un folto gruppo di persone, prima o poi sarebbe rimbalzata sui media
ROMA - Si è ben guardato dal dichiararlo ufficialmente. Ma Silvio Berlusconi è esperto come pochi in comunicazione. E dunque sapeva bene che quella frase pronunciata ieri a Monza in un bar davanti a un folto gruppo di persone, prima o poi sarebbe rimbalzata sui media. E giunta al destinatario. Dopo le amministrative - ha detto il Cavaliere - dovremmo valutare se dare un «appoggio esterno» al governo Monti, potremmo anche convocare un Ufficio di presidenza. Ed è proprio questa - dicono diverse fonti - l'espressione usata dall'ex premier, sebbene in realtà in questo caso non ci sia da ritirare alcuna delegazione Pdl dall'Esecutivo. Piuttosto, come ha poi argomentato, significherebbe smettere di far parte organicamente della 'strana maggioranza', con annessi vertici ABC. E questo, nella pratica, si tradurrebbe nel valutare di volta in volta come far pesare i propri voti.
APPOGGIO TECNICO - Ragionamenti, questi, che l'ex presidente del Consiglio svolgeva mentre quasi contemporaneamente il segretario del partito Angelino Alfano ribadiva ancora una volta che l'esecutivo Monti andrà avanti fino al 2013. Ed in effetti Berlusconi non avrebbe intenzione di decretare la fine prematura dell'esecutivo dei tecnici. La strada potrebbe essere dunque quella che il deputato Guido Crosetto definisce «appoggio tecnico» ossia dare «voti favorevoli se si condividono i contenuti e astensione se si è in disaccordo», in modo da mandare un segnale ma senza determinare la caduta del governo.
LE INTERCETTAZIONI DI REPUBBLICA - Alla vigilia delle amministrative, dunque, Berlusconi è tornato a far sentire la sua voce, cavalcando un sentimento molto diffuso tra gli elettori e in particolare quelli del Pdl: i Professori - è stato il senso del ragionamento - non possono andare avanti a colpi di tasse, con l'aumento dell'Iva si rischia solo di deprimere ancora di più i consumi. Ma dietro lo sfogo del Cavaliere ci sarebbero anche altre motivazioni. Da una parte una certa irritazione non ancora smaltita nei confronti di Monti per la presa di posizione contro l'abolizione dell'Ici e le parole sulla «delusione Forza Italia». Dall'altra la sua grande ossessione: l'offensiva mediatico-giudiziaria nei suoi confronti. Appena una settimana fa l'ex premier nel pranzo con Giorgio Napolitano era tornato a sfogarsi, nella speranza di ottenere magari anche una sponda da parte del Quirinale. Nel mirino del Cavaliere in questi ultimi giorni c'è soprattutto la pubblicazione su Repubblica.it delle intercettazioni sul caso Ruby che vanno avanti, giorno per giorno, come una goccia cinese...
IL PARTITO DI MONTI - D'altra parte l'insofferenza nei confronti del governo dei tecnici è crescente all'interno del Pdl che comincia a sopportare sempre meno questa fase di limbo, anche tra gli ex Fi. Non piace, in particolare, l'atteggiamento di Pier Ferdinando Casini, sempre pronto a rimarcare l'approccio «responsabile» dei centristi, in concorrenza con il partito di via dell'Umiltà. Ma soprattutto, è l'opinione di Alfano e Berlusconi, il leader uddiccì manovra per costruire il «partito di Monti», edificandolo proprio sulle rovine di un Pdl indebolito dalle amministrative. Troppo vaghe le risposte consegnate da Casini ai vertici Pdl disposti a ragionare sul futuro, anche nei contatti degli ultimi giorni, per non apparire «sospette». Insomma, è dal limbo nel quale l'operazione Monti ha confinato il Pdl - né troppo vicino, né troppo lontano dal governo - che Berlusconi e Alfano vogliono disperatamente uscire.
SI TEME IL KO ALLE AMMINISTRATIVE - La strategia sarà comunque più chiara dopo le amministrative. Prioritario sarà ammortizzare il colpo. Che potrebbe essere duro, almeno a dar retta ad alcuni piccoli segnali delle ultime ore. Il Pdl ufficialmente non ha ancora convocato la stampa per commentare nella sede di via dell'Umiltà i risultati del voto. Eppure una sala è pronta, quella utilizzata oggi da Alfano per presentare il ddl sul fisco. Al momento è come «congelata»: in base ai primi dati elettorali - pare - si deciderà se ospitare o meno i giornalisti per commentare a caldo le elezioni del fine settimana.
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