31 luglio 2025
Aggiornato 10:30
Timori per l'UDC e il futuro

FLI, il Fini «moderato» agita il partito

L'aria pesante si era respirata già a Pietrasanta, quando Gianfranco Fini aveva chiesto ai big di Futuro e libertà di puntare sì sull'organizzazione, ma di lasciar perdere l'idea di un partito tradizionale a favore del più promettente contenitore moderato e nazionale

ROMA - L'aria pesante, nel partito, si era respirata già a Pietrasanta, quando Gianfranco Fini aveva chiesto ai big di Futuro e libertà di puntare sì sull'organizzazione, ma di lasciar perdere l'idea di un partito tradizionale a favore del più promettente contenitore moderato e nazionale. Suggestione condivisa da Pier Ferdinando Casini, he ieri ha bruciato i tempi, «chiudendo» l'Udc e puntando sul «Partito della nazione». Un asse chiaro, evidente ascoltando Fini, nonostante gli appelli dei dirigente finiani a distinguersi dall'Udc. «Non bisogna temere, occorre aprirsi all'esterno», va ripetendo il Presidente della Camera da settimane.

I distinguo, insomma, nel contenitore futurista si moltiplicano. Ecco allora che se i big di Fli propongono il dimezzamento dei rimborsi elettorali, Fini spiega che la posizione del partito è piuttosto quella di passare al contributo volontario dei cittadini, senza ceder alla demagogia. E ancora, se Futuro e libertà invoca la discesa in campo del suo Presidente, in modo da «bilanciare» l'attivismo del'alleato Casini, Gianfranco - riunendo a porte chiuse i coordinatori locali futuristi - taglia corto spiegando che «al momento giusto», nel «vivo della campagna elettorale» non mancherà di contribuire alla contesa.
Oggi, poi, un big del calibro di Italo Bocchino non ha mancato di rimarcare che la «proposta A-B-C su bilanci partiti rischia di essere acqua fresca senza un taglio drastico dei finanziamenti», annunciando un «emendamento per il taglio del 50% del finanziamento pubblico». Senza contare i segnali di crescente insofferenza verso alcune posizioni del governo. L'ultimo, in ordine di tempo, è sempre a carica di Bocchino, rivolto alla Severino: «Le proposte sulla giustizia trasmesse dal Ministro richiedono un supplemento di riflessione».

Granata: Fini in campo ora o mai più, non moriremo DC - «Gianfranco Fini ha anticipato la fine delle categorie politiche del '900 e per difendere legalità e dignità nazionale ha determinato la fine del berlusconismo. Tutto questo non lo ha e non lo abbiamo fatto per consegnare la politica italiana ai poteri finanziari né tantomeno per morire democristiani: ora è il momento per tornare in campo a mani libere e costruire il grande movimento del patriottismo repubblicano e legalitario». Lo ha dichiarato il vice coordinatore di Futuro e Libertà, Fabio Granata.
«Ora o mai più: il suo tempo è qui e ora, senza se, senza ma e senza impedimenti istituzionali. Il Partito della Nazione ha senso se è giustizia sociale e supremazia della politica e non moderatismo fine a se stesso, senza respiro e senza ideali», ha concluso Granata.