3 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
Domani il consiglio federale

Lega, lo scontro finale è sul congresso

La decisione sul nuovo tesoriere della Lega, dopo le dimissioni di Francesco Belsito, è stata rinviata a domani. Ma nessuno crede che la vicenda si possa chiudere con un semplice avvicendamento. Maroni: «Fare subito pulizia, rinnovarci e ripartire più forti»

MILANO - La decisione sul nuovo tesoriere della Lega, dopo le dimissioni di Francesco Belsito, finito nel registro degli indagati, è stata rinviata a domani, al Consiglio federale anticipato. Ma nessuno crede che, all'indomani dell'inchiesta giudiziaria che ha travolto la Lega, la vicenda si possa chiudere con un semplice avvicendamento.

Maroni: Fare pulizia subito - La vera posta in questione è la ridefinizione dei rapporti di forza interni all'indomani del terremoto provocato da uno dei personaggi cardine dei «cerchisti» e in ultima analisi la successione alla leadership di Bossi. Ed è proprio sull'opportunità di celebrare presto il Congresso federale della Lega che si concentra lo scontro interno in queste ore. Tra chi ha l'interesse a mantenere lo statu quo, e chi chiede, come l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, rinnovamento completo: «Dobbiamo fare subito pulizia - ha scritto l'ex ministro oggi su Facebook - chi ha tradito la fiducia dei militanti deve essere cacciato, senza guardare in faccia a nessuno. La Lega è un grande movimento, patrimonio di tutti i militanti onesti. Troviamo subito in noi la forza per rinnovarci e per ripartire più forti di prima».

Bossi «sotto pressione» - Tra chi ha partecipato alla segreteria politica di oggi in via Bellerio nessuno sa, o vuole far sapere, il motivo dell'inusuale abbandono dell'incontro da parte di Umberto Bossi, poco dopo metà seduta. Ma non viene nascosto che il leader sente una «forte pressione» per la vicenda Belsito, che ha scaraventato lui e la sua famiglia sulle prime pagine dei giornali. Opposto l'atteggiamento di Maroni, che ieri ha disertato il vertice fissato subito dopo la notizia dell'inchiesta, mentre oggi lo ha presidiato fino alla fine, in assenza del capo.
Chi conosce Bossi da sempre tende ad escludere sue eventuali dimissioni, domani, nelle mani del Consiglio federale, osservando che le avrebbe già date a caldo, martedì stesso, subito dopo la notizia dell'inchiesta. Ma, viene ricordato, Bossi in passato ha già rimesso la sua leadership più volte, per esempio al Congresso del 1995, quello in cui D'Alema definì la Lega «Costola della sinistra». Dopo aver disertato la riunione dei vertici di ieri

Domani la scelta del tesoriere. Sarebbero tre i nomi più accreditati. Bruno Caparini, bresciano, leghista della vecchia guardia; Silvia Comaroli, deputata cremonese membro della Commissione Finanza della Camera; Stefano Stefani, deputato, presidente Commissione Affari esteri.