20 agosto 2025
Aggiornato 15:30
Il Governo e il Partito Democratico

Tregua armata Monti-Bersani, ma nel PD resta il «sospetto»

La mossa del Ministro della Giustizia Paola Severino, che ha improvvisato un «tavolo di maggioranza» sulla materia, irrita alquanto i vertici democratici. Per qualcuno, è un ulteriore indizio della «partita politica» che si starebbe giocando ai danni del PD

ROMA - Il tono ufficiale del confronto tra Governo e partiti, ma sarebbe meglio dire Pd, torna a livelli normale, la lettera del presidente del Consiglio al Corriere della sera ripristina se non altro un canale di dialogo, ma nel merito dei problemi la distanza sembra ancora tutta da colmare e, anzi, la mossa del ministro della Giustizia Paola Severino, che ha improvvisato un «tavolo di maggioranza» sulla materia, irrita alquanto i vertici democratici, timorosi che l'esecutivo voglia scaricare sui partiti la «patata bollente». Per qualcuno, è un ulteriore indizio della 'partita politica' che si starebbe giocando ai danni del Pd.

Bersani: Non ci spaventano le riforme - Certo, di fronte alla mezza correzione di Monti sul Corriere della sera Pier Luigi Bersani non può che prendere atto, pubblicamente; ma in privato diversi passaggi dell'intervento sono stati letti con attenzione e, comunque, sono i «fatti» che adesso il leader Pd chiede. La lettera di Monti «è positiva», ha detto Bersani, precisando però: «Io non ne sentivo particolarmente bisogno... Su questo punto sono sereno: noi siamo stati leali, generosi, se avessimo voluto andare a votare ne avremmo avuto l'occasione, siamo impegnatissimi, non ci spaventano le riforme».
Un modo per dire quello che in privato è stato spiegato più chiaramente: prendiamo atto della «correzione», anche se restano quei passaggi sugli osservatori internazionali che temono per il «dopo-Monti», ma è su mercato del lavoro, giustizia e Rai che il Governo deve ora dirci cosa intende fare. Le indiscrezioni apparse su Repubblica sulla possibilità di affidare al giudice il compito di stabilire se un licenziamento è economico o discriminatorio, e quindi se può esserci reintegro o no, per ora non vengono nemmeno commentate dai democratici: «Può voler dire tutto o niente, bisogna vedere il testo del ddl. E' ora che il Governo presenti un testo...». D'altro canto, al Pd sanno bene che un testo non verrà presentato prima della prossima settimana, dopo il ritorno di Monti in Italia, quando magari ci sarà modo di parlare anche a quattr'occhi con il presidente del Consiglio.