18 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Il test del 6 maggio

Il Pdl corre ai ripari sull'amministrative e lancia trasparenza partiti

Un test a cui si presenta con il fiato corto, se è vero che ancora restano da sciogliere molti nodi-candidatura (vedi Palermo, Genova e Verona). In Puglia Raffaele Fitto è riuscito a chiudere l'accordo con Adriana Poli Bortone nella corsa a sindaco di Lecce

ROMA - Quando si dice mettere le mani avanti. Se poi le statistiche aiutano, non c'è da stupirsi se il Pdl ha già cominciato a ricordare che le amministrative non sono mai state il suo core business. E che dal '94 in poi lo «spread» tra il voto locale e quello politico è sempre stato «notevole» per il centrodestra (La Russa dixit). Il partito di Alfano e Berlusconi si prepara anche così al test del 6 maggio. Un test a cui si presenta con il fiato corto, se è vero che ancora restano da sciogliere molti nodi-candidatura (vedi Palermo, Genova e Verona). Una nota positiva però è arrivata: in Puglia Raffaele Fitto è riuscito a chiudere l'accordo con Adriana Poli Bortone «per un percorso comune» nella corsa a sindaco di Lecce.

I tagli alla «casta» - Anche di questo si sarebbe parlato durante il pranzo convocato dal Cavaliere a palazzo Grazioli con i vertici del partito. In realtà l'argomento ufficiale è stato un altro, come dimostra il tweet con cui al termine il segretario Angelino Alfano ha annunciato la prossima «mossa» del partito: «Il Pdl - fa sapere - presenterà una proposta sul trasparente funzionamento e finanziamento dei partiti». Insomma, un segnale di vita. Non a caso su un tema che quasi tutti i sondaggi, compresi quelli riservati sottoposti al Cavaliere, confermano essere al primo posto dei desiderata degli italiani: i tagli alla «casta».
E visto che tutti danno per scontato che le amministrative saranno una debacle, l'orientamento emerso durante l'incontro sarebbe quello di «depotenziare» il significato del voto e uscire, almeno dal punto di vista della propaganda, dall'angolo degli sfigati, magari puntando sul successo dei congressi o appunto su iniziative da intestarsi pubblicamente come quella della legge sul finanziamento ai partiti. «Dobbiamo cercare di fare noi le proposte - sarebbe stato il ragionamento - prima che le facciano gli altri».

Operazione trasparenza - La riunione a palazzo Grazioli, d'altra pare sarebbe stata realmente incentrata per buona parte sull'«operazione trasparenza», introdotta da una lunga relazione del tesoriere, Rocco Crimi. Ma il nodo per il partito resta comunque quello delle amministrative. Raccontano che durante il pranzo non si sia entrati nello specifico dei casus belli, ma le spine restano. Genova, per esempio. Claudio Scajola, tanto per dire, oggi ha visto sia Silvio Berlusconi che Angelino Alfano. E in serata i parlamentari liguri hanno fatto un giro di orizzonte sulla situazione dopo la decisione di Giancarlo Vinacci di ritirare la sua candidatura. A questo punto in campo resterebbe soltanto il nome di Luigi Vinai, candidato di area cattolica che - spiegano i rumors - potrebbe essere gradito alla Chiesa più del «terzopolista» Enrico Musso e che - nei desiderata dei pidiellini - potrebbe addirittura «avvicinare» l'Udc. Vinai potrebbe sciogliere la riserva domani.

Situazione ingarbugliata a Palermo - Ma la vera spina nel fianco del Pdl (e in particolare del segretario Alfano) resta Palermo. Lì infatti una corsa separata con il terzo Polo metterebbe in difficoltà il segretario. Per questa ragione, il Pdl guarda con attenzione alle primarie del Pd, il cui esito potrebbe frammentare ulteriormente il quadro, a vantaggio di via dell'Umiltà. Se infatti l'Mpa di Lombardo davvero sostenesse - sotto traccia - la candidatura di Ferrandelli, candidato alternativo a Borsellino, Leuluca Orlando potrebbe tornare in pista e il governatore potrebbe addirittura 'mollare' l'uomo del terzo Polo, Massimo Costa, a vantaggio di Ferrandelli. Favorendo così, secondo i più speranzosi, un'intesa tra Pdl e Udc.

Berlusconi a Bruxelles - Domani intanto Silvio Berlusconi volerà a Bruxelles per partecipare al pranzo del Ppe e seduti allo stesso tavolo troverà non solo Pier Ferdinando Casini ma anche gli ex «colleghi» Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.