28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
La Corte europea dei Diritti dell'uomo condanna l'Italia

Immigrati, Terzi: Impegnati per il massimo rispetto dei diritti umani

Il Ministro degli Esteri: Dalla visita di Monti a Tripoli c'è intesa per una collaborazione. Il Premier Monti: Decisioni dopo attenta analisi sentenza UE. Il Presidente della Consulta Quaranta: Salvaguardare il nocciolo duro dei Diritti

LONDRA - «Sulla politica dei respingimenti siamo impegnati nella misura più puntuale e rispettosa possibile per portare avanti delle azioni di controllo e di collaborazione» con i paesi coinvolti, in primo luogo la Libia «che siano compatibili con tutte le convenzioni internazionali». Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, in un incontro con la stampa italiana a Londra, dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo sul caso del respingimento verso la Libbia di un gruppo di cittadini somali ed eritrei nel 2009.
Il titolare della Farnesina non è voluto entrare nel merito del verdetto: «Non è nel mio costume, né credo una posizione utile a nessuno che il ministro degli Esteri commenti delle decisioni e sentenze di Corti, di organi della giustizia internazionali». Ma, ha aggiunto Terzi, nel primo paragrafo della Dichiarazione di Tripoli firmata dal presidente del Consiglio Mario Monti con i vertici del governo ad interim durante la sua visita in Libia, è stato «inserito un richiamo forte» al tema dei diritti umani che, secondo il ministro è «uno dei passi più importanti e significativi» compiuti dal governo italiano in questa direzione.

Monti: Decisioni dopo attenta analisi sentenza UE - Decisioni in materia di respingimenti degli immigrati saranno prese solo dopo una «attenta analisi» della sentenza della Corte di Strasburgo dei diritti dell'Uomo che ha condannato l'Italia per i respingimenti del 2009 verso la Libia. Lo ha detto il premier Mario Monti, rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa congiunta con il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz.
«Questa sentenza - ha detto Monti - sarà naturalmente esaminata con la massima attenzione dal governo italiano, si riferisce ovviamente a casi del passato, e anche alla luce dell'analisi di questa sentenza prenderemo decisioni per quanto riguarda il futuro. Osservo inoltre che in occasione della mia recente visita a Tripoli questi temi sono stati oggetto di particolare attenzione nella conversazione col governo libico».

Marcenaro: Valore straordinario sentenza Strasburgo - «La sentenza pronunciata stamane della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che accoglie il ricorso di 24 migranti somali e eritrei che erano stati respinti in mare verso la Libia il 6 maggio 2009 e condanna l'Italia per violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani che vieta di espellere persone verso paesi dove possono subire torture e trattamenti inumani e degradanti, ha un valore straordinario». Lo ha affermato questa mattina Pietro Marcenaro, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato.
«l'Italia non può, senza violare la legalità internazionale, continuare sulla linea degli ultimi anni: in particolare in materia di respingimenti collettivi ma più in generale sul tema dell'immigrazione e dell'asilo. Della sentenza - prosegue Marcenaro - non potrà non tener conto il governo italiano che sta rinegoziando con la Libia il trattato di amicizia e cooperazione. E' evidente che dopo la sentenza una nuova regolazione del diritto dell'asilo e della protezione umanitaria diventa ancora più urgente. E' necessario sia che l'Italia si doti di una legislazione della quale da troppo tempo manca, sia che l'Europa, insieme all'Alto Commissariato per i rifugiati dell'Onu, individui le modalità che rendano possibile alla persone esercitare il loro diritto e richiedere protezione umanitaria senza essere obbligati ai viaggi illegali e a rischiare la vita in mare nelle mani dei mercanti di esseri umani».

Quaranta: Salvaguardare il nocciolo duro dei Diritti - La Corte costituzionale è una «corte 'dei diritti' e non solo 'dei conflitti'». Il presidente della Consulta Alfonso Quaranta lo ha sottolineato nella sua relazione annuale alla stampa, riprendendo il tema nella fase della conferenza stampa vera e propria, rispondendo a una domanda sulla pronuncia odierna della Corte di Strasburgo contro l'Italia per i respingimenti del 2009 verso la Libia. «C'è una linea di tendenza - ha affermato, precisando di non voler giudicare politiche specifiche di Governo e Parlamento - della giurisprudenza della Corte nel senso di dare pieno riconoscimento ai diritti degli stranieri, immigrati e cosiddetti clandestini».
Quaranta ha richiamato due pronunce sul diritto all'assistenza degli immigrati privi di titolo di soggiorno e sul divieto di contrarre matrimonio per lo stesso motivo: «E' in atto un percorso complesso - ha detto - che privilegia la tesi secondo la quale allo straniero, indipendentemente dal titolo di soggiorno sul territorio nazionale spettino dei diritti fondamentali, un nocciolo duro che va salvaguardato in ogni circostanza e al di sotto del quale non si può andare».