Rischio debacle e paura 2013, il simbolo alle amministrative divide il Pdl
L'idea è di non presentare il simbolo del Pdl per evitare uno schiaffo troppo violento dalle urne amministrative. Il Terzo Polo discute del nuovo soggetto, mentre prosegue il dialogo su riforme
ROMA - Non presentare il simbolo del Pdl per evitare uno schiaffo troppo violento dalle urne amministrative. Anche di questo si discute stasera a villa Gernetto nel corso del vertice convocato da Silvio Berlusconi per fare il punto sulla tornata elettorale di maggio. Ma è chiaro che la strategia per la campagna si lega al progetto che il Popolo della libertà sposerà in vista delle Politiche del 2013, soprattutto sul fronte delle alleanze. E così anche la possibilità di ridurre al minimo la presentazione del simbolo sembra a qualcuno la spia che indica un possibile disimpegno di Berlusconi nei confronti della sua creatura, in vista di qualcosa che deve ancora delinearsi.
I dubbi degli ex An - I primi a mostrare molti dubbi rispetto all'ipotesi di archiviare fin dalle amministrative il simbolo inventato dal Cavaliere sono gli ex An. L'hanno confermato senza giri di parole Matteoli, La Russa e Gasparri. Sul fronte opposto alcuni uomini vicini al segretario, come Crosetto. Altri ancora, come Galan, spingono invece per correre addirittura con il vecchio simbolo di Forza Italia. Alfano sembra sia attestato su una posizione intermedia: via libera alle liste civiche, affiancate al simbolo del Popolo della libertà, tranne che nei casi troppo «pericolosi» dove si rischia davvero una debacle. E nel partito è tutto un fiorire di ipotesi sul possibile restyling del Pdl in vista delle Politiche.
Il Terzo Polo discute del nuovo soggetto - E' chiaro che l'intero quadro risente del dibattito in corso sulla costruzione del contenitore moderato lanciato da Fini e Casini. Perché se Alfano e Berlusconi decidessero di sposare una linea «montiana», una fetta rilevante degli ex An difficilmente potrebbe evitare la scissione, mentre se Berlusconi si allontanasse da ipotesi di «responsabilità» in vista del 2013, lo strappo si verificherebbe sul fianco «sinistro» - moderato - del Pdl. Intanto le manovre continuano. Fini, Casini e Rutelli hanno discusso a lungo, oggi, della strategia da portare avanti. Non mancano nel Terzo polo difficoltà rispetto all'idea di lanciare il partito (unico) della nazione. Molti dirigenti finiani, infatti, sono ostili alla possibilità di confluire in un soggetto unitario.
Prosegue il dialogo sulle riforme - In attesa di capire cosa accadrà nel Terzo Polo, prosegue il confronto tra le forze di maggioranza. Oggi gli sherpa di Pd, Pdl, Udc e Fli - Violante, Quagliariello, Adornato e Bocchino - si sono riuniti a Montecitorio. Pare abbiano iniziato a mettere a punto la bozza unitaria di riforme da sottoporre ai segretari fra alcuni giorni. Ma, raccontano alcune fonti, si starebbe ragionando sulla possibilità di avviare un tavolo simile per predisporre un «piano di intervento» per riformare la Rai.
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