29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Le motivazioni della sentenza emessa il 14 novembre scorso

Olgiata, da Winston brutale violenza contro una donna indifesa

Così il giudice Massimo Di Lauro scrive nelle motivazioni della condanna, emessa il 14 novembre scorso, a sedici anni di reclusione con rito abbreviato del filippino Winston Manuel Reyes per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre

ROMA - Ha usato una «estemporanea, ma comunque brutale, violenza nei confronti di una donna indifesa che era stata generosa con lui anticipandogli delle somme di denaro». Così il giudice Massimo Di Lauro scrive nelle motivazioni della condanna, emessa il 14 novembre scorso, a sedici anni di reclusione con rito abbreviato del filippino Winston Manuel Reyes per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre avvenuto nella villa della nobildonna all'Olgiata, il 10 luglio del 1991.
E poi sempre ricordando la dinamica del delitto che per tanti anni ha avuto i contorni del giallo, si spiega che «Winston una volta vistosi scoperto non si è limitato a tramortire la vittima con colpi di eccezionale brutalità, nonostante essi sarebbero stati sufficienti a garantirsi una via di fuga, lasciando in vita la contessa. Egli non ha desistito dalla propria condotta criminosa finché non si è assicurato che la donna fosse morta».
Insomma «l'imputato non ha esitato a togliere la vita ad una giovane donna e a distruggere la vita dei suoi familiari, pure di garantirsi l'impunità e il profitto della rapina commessa. Winston era ben consapevole che uccidendo la donna avrebbe privato, non solo il marito di una donna amata, ma anche due bambini in tenera età dall'affetto della madre».

Il giudice: Azione omicidiaria fu del tutto estemporanea - Secondo il gup «la estemporanea azione omicidiaria non può che essere ricondotta alla volontà sopprimere una donna che lo aveva scoperto nel'atto di impossessarsi dei gioielli, al fine di impedire alla malcapitata contessa di denunciarlo ed al contempo per conseguire il profitto del reato».
Scoperto, infatti, dalla nobildonna, Winston non ha neanche «tentato di giustificare la sua presenza nella camera ma l'ha immediatamente aggredita».
Sempre a parere del magistrato e a fronte della ricostruzione di quanto avvenuto si afferma che «l'azione omicidiaria fu del tutto estemporanea tant'è che i mezzi utilizzati per compire il delitto son stati reperiti nella stessa camera da letto della contessa, ove egli si era avventato completamente disarmato a riprova dell'assenza di ogni premeditazione. La verità è che Reyes si introdusse nell'abitazione dei Mattei con un unico intento, quello di rubare, nella illusoria certezza, legata alla conoscenza delle abitudini della vittima e della sua famiglia, di non essere scoperto, convinzione poi rivelatasi tragicamente fallace».