18 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Inaugurazione dell'anno giudiziario

La protesta dei Penalisti, assenti alle cerimonie

«La Magistratura detta le leggi. Paradossale allungare la prescrizione. Invece di far funzionare la macchina giudiziaria si vuole agire sull'effetto e non sulla causa dell'allungamento dei tempi

ROMA - Le diverse relazioni svolte oggi dai vertici della magistratura in tutta Italia, sono «all'insegna di una rivendicata volontà di egemonia nei confronti della funzione legislativa». Così l'Unione delle Camere Penali sottolinea come «inneggiando al ritrovato clima positivo, che sarebbe ben utile, per affrontare riforme di sistema», nelle cerimonie di inaugurazione «è echeggiato invece il rinnovato intendimento della magistratura di scrivere le leggi ben prima di interpretarle». Una protesta che gli avvocati penalisti hanno voluto segnalare con la loro assenza dalle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario nei distretti di Corte d'appello.

L'Ucpi considera «paradossale» la richiesta del presidente dell'Anm e altri di allungare la prescrizione: «invece di far funzionare la macchina giudiziaria si vuole agire sull'effetto e non sulla causa dell'allungamento dei tempi». Dopo che ieri il vicepresidente del Csm, sempre in tema di prescrizione, «non aveva trovato altro che proporre per legge l'arbitrio assoluto di ogni singolo magistrato sul tema», dall'Alpi all'Etna «non si è persa l'occasione di contestare - si aggiunge - la norma sulla turnazione nelle sedi giudiziarie, essenziale per evitare sedimentazioni di potere da parte della magistratura, oppure di difendere comportamenti censurati persino dal Csm o infine, con una punta di involontaria ironia, di negare l'eccesso di carcerazione che è sotto gli occhi di tutti».

Ed ecco che «lo sbandierato recupero dei rapporti corretti tra politica e magistratura diventa l'ennesima occasione in cui la Magistratura prevarica il potere legislativo». Gli avvocati penalisti «non vanno da anni» alle cerimonie di inaugurazione, perchè sono » manifestazioni in cui viene rappresentata solo una parte dei problemi della giustizia, ponendo l'accento sul tema dell'efficienza senza mai un accenno di autocritica, come se i tempi dipendessero da tutto meno che da chi la giustizia l'amministra» e lasciando «fuori dalla porta il principio di terzietà del giudice, e dunque i diritti dei cittadini». Una ragione in più per non partecipare quest'anno i penalisti l'hanno individuata nel tentativo in atto di «trasformare gli avvocati in venditori di merci, privandoli dell'autonomia e indipendenza». Conclude l'Ucpi: «l'Avvocatura non deve temere il rinnovamento, ma questo non si attua con le società di capitali e senza la specializzazione».