18 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Governo | La «strana maggioranza»

Tensioni Pd-Pdl, Monti usa la fiducia ma resta tranquillo

Il Pdl minaccia ritorsioni se sul mercato del lavoro non si fosse intervenuti con un decreto; il Pd frena sulla Cassa integrazione straordinaria invitando il Governo a tenere i «piedi per terra». Buttiglione: C'è da salvare l'Italia

ROMA - Il Pdl minaccia ritorsioni se sul mercato del lavoro non si fosse intervenuti con un decreto; il Pd frena sulla Cassa integrazione straordinaria invitando il Governo a tenere i «piedi per terra»; il Milleproroghe è bloccato e ci vorrà la fiducia per risolvere l'empasse. Senza contare che sulle liberalizzazioni si annunciano emendamenti contrapposti Pd-Pdl. E' vero che oggi Pdl-Terzo polo-Pd hanno depositato la mozione unitaria sull'Europa, ma guardando al resto dell'agenda politica sembra che il Governo Monti si appresti a vivere le prime vere difficoltà da quando è nato. In realtà, al Governo non drammatizzano, almeno si sforzano di non farlo, le tensioni di queste ore vengono definite «fisiologiche» e un sottosegretario spiega: «Sì, c'è qualche turbolenza, ma non ci pare che sia la vigilia di qualcosa di più serio».

Sul tavolo le frequenze Tv - L'azione di contrasto del Pdl sul Milleproroghe, e la richiesta di un decreto sul mercato del lavoro, vengono spiegate così dal Pd: «Angelino Alfano, la scorsa settimana, in commissione Bilancio aveva detto sì agli emendamenti a favore delle pensioni dei lavoratori precoci. Poi Cazzola ha cambiato tutto...». Secondo questa interpretazione, l'ala trattativista del Pdl, impersonata appunto dal segretario Alfano come da Franco Frattini, è stata nelle ultime ore «sconfessata» dall'ala dura che farebbe capo a Denis Verdini e Paolo Romani, che sarebbero riusciti a convincere Silvio Berlusconi della necessità di alzare la posta. Un sottosegretario del Governo completa così questo quadro: «C'è un po' di questo doppio registro, ma non ci pare proprio che si lavori per creare l'incidente. Semmai, c'è la vicenda delle frequenze Tv che sta tanto a cuore al Pdl e che li spinge a mandare qualche segnale...». Tattica, insomma, secondo il Governo.

Emendamenti del PD al pacchetto liberalizzazioni - Peraltro, sempre secondo la stessa fonte, «anche dal Pd arrivano segnali, anche loro hanno le loro prese di posizioni da ribadire». Pier Luigi Bersani, durante l'assemblea democratica di venerdì e sabato scorsi, ha ribadito sì lealtà al Governo fino a «fine legislatura», ma ha anche avvertito che il Pd dirà la sua quando non sarà d'accordo su qualcosa. E, in realtà, Bersani ha cominciato subito, visto che già all'assemblea ha annunciato emendamenti al pacchetto liberalizzazioni, quello che Monti vorrebbe fosse toccato il meno possibile, e oggi ha pronunciato uno stop chiaro sulla cassa integrazione. Sullo stesso Milleproroghe, poi, l'ala sinistra del partito, a cominciare da Cesare Damiano, ha costruito una battaglia in difesa delle pensioni dei lavoratori precoci ed esodati.
D'altro canto, ieri Gaetano Quagliariello, lamentandosi per la scelta di usare un ddl per il mercato del lavoro, avvertiva: «Se il metro che il governo intende adottare nella risposta all'emergenza è quello dei due pesi e delle due misure, questo non potrà non avere le sue conseguenze nell'atteggiamento di forze politiche che hanno fin qui condiviso lealmente la gravosa responsabilità di sostenerlo». Abbastanza per suscitare qualche allarme, alla vigilia della partita parlamentare sulle liberalizzazioni.

Buttiglione: C'è da salvare l'Italia - L'idea che possano prevalere le spinte centrifughe nel Pdl e le posizioni più «di sinistra» nel Pd potrebbe portare a far prevedere mesi difficili per Monti. Ma Rocco Buttiglione, presidente Udc, la vede così: «Ci sono malumori, ma la partita su cui si gioca tutto è un'altra. C'è da salvare l'Italia, se si riuscirà a ridare fiducia ai mercati e a chiudere un buon accordo sul Fiscal compact, nessuno potrà più mettere in discussione il Governo. Queste sono tensioni normali, ma la partita si gioca su quell'altro fronte».