20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
In Sicilia è nato, in Sicilia rischia di andare in crisi

Terzo Polo, Caos Sicilia e «gelosie»: sale la tensione Fli-Udc

Fini e i suoi ricevono Lombardo. La promessa: Medio con Casini. Uno dei passaggi chiave sarà il voto per il Comune di Palermo. Il Futurista: Caro Pierferdy, non moriremo democristiani... . Il Terzo polo non si chiama Dc. E non sarà la Dc, né ora né mai

ROMA - In Sicilia è nato, in Sicilia rischia di andare in crisi. Il Terzo Polo fibrilla, la causa scatenante va rintracciata proprio nei precari equilibri politici nell'Isola che fu teatro della frantumazione del Pdl. Proprio lì dove nacque la prima esperienza comune delle forze dell'attuale Terzo Polo, allargata al Pd. L'uscita del partito di Casini dalla maggioranza guidata dal governatore del Mpa, sancita dal responsabile regionale casiniano Gianpiero D'Alia, ha provocato un vero e proprio terremoto politico, con effetti immediati sul voto per il Comune di Palermo e una coda di sospetti e veleni che sono destinati secondo i finiani ad aumentare. Di tutto questo - secondo quanto si apprende - hanno discusso stamane a Montecitorio Gianfranco Fini, i deputati nazionali e regionali siciliani di Fli e Raffaele Lombardo, leader della terza gamba del Terzo polo, nel corso di un incontro riservato avuto nello studio del presidente della Camera.

Raccontano che accanto a Carmelo Briguglio e Nino Lo Presti si sia fatto particolarmente notare Fabio Granata. Duri i toni scelti dal falco finiano, che ha chiesto a Fini di far valere anche con Casini il peso strategico dell'alleanza siciliana, proprio nella terra che ha visto nascere l'esperienza del Terzo Polo. «Ne parlerò con Pier», avrebbe promesso il presidente della Camera, secondo i presenti convinto delle ragioni di chi sostiene la necessità di «ristrutturare» l'alleanza centrista.

Uno dei passaggi chiave sarà proprio il voto per il Comune di Palermo. E a quello snodo che guardano i finiani, sospettando un riavvicinamento fra Casini e il Pdl e chiedendo invece di evitare lacerazioni: è praticamente impossibile, infatti, che gli ex pidiellini siciliani oggi in Fli possano riannodare il rapporto con gli ex sodali rimasti nel Pdl.

Alle tensioni siciliane si sommano i malumori finiani maturati nel corso delle ultime settimane. Non è piaciuto a molti, nel partito, la scelta di «appaltare» la rappresentanza terzopolista al solo Casini, nel recente incontro tra segretari a Palazzo Chigi. E, pur convinti della necessità di manifestare un convinto sostegno a Monti, sempre più rappresentanti dell'ala dura del partito del presidente della Camera ritengono necessario evitare quello che considerano un «appiattimento» eccessivo sull'esecutivo. Fini ha promesso di discuterne presto con l'alleato e ha assicurato a Lombardo l'intenzione di mediare per provare a ricucire in tempi brevi lo strappo. Certo, le scelte di D'Alia sono sostenute in toto da Casini, ragion per cui non sarà facile raggiungere una posizione di compromesso.

Un ultimo dato di colore. Si registrano le prime prese di posizioni di diverse aree finiane. Benedetto Della Vedova, ad esempio, ha chiarito oggi che «il Terzo Polo non sarà un'Udc allargata». E oggi, novità significativa, il quotidiano di area finiana Il Futurista ha criticato pesantemente l'atteggiamento dell'alleato centrista: «Caro Pierferdy, non moriremo democristiani... . Il Terzo polo non si chiama Dc. E non sarà la Dc, né ora né mai». Posizioni chiare, espresse dal quotidiano guidato da Filippo Rossi, che fu tra i primi in tempi non sospetti a sostenere la battaglia finiana. Il risultato? La scissione dal Pdl e la nascita di Fli, oltre che l'inizio della fine dell'esperienza berlusconiana a Palazzo Chigi.