6 maggio 2024
Aggiornato 17:00
La tensione fra le forze che sostengono il governo inizia a salire

Pdl ancora critico sul fisco, mentre il Pd pensa al mercato del lavoro

Ma è sul fronte delle liberalizzazioni che si giocherà una delle partite più delicate per l'esecutivo. Anche su questo fronte la forza guidata da Silvio Berlusconi pone qualche paletto, chiedendo di operare dei distinguo

ROMA - A 24 ore dal termine delle lunghissime ferie natalizie godute dalla politica, la tensione fra le forze che sostengono il governo inizia a salire. L'atteggiamento e gli strumenti da adottare nei confronti degli evasori fiscali, ma anche l'annunciata ondata di liberalizzazioni agita la larga maggioranza del premier Mario Monti. E, dall'opposizione, si moltiplicano gli attacchi leghisti al Professore, culminati nella contestazione di stamane.

Sul fisco disagio nel PDL - Il blitz di Cortina, sommato alla dura condanna degli evasori pronunciata dal premier oggi a Reggio Emilia, mette a disagio il Pdl. I distinguo si assomigliano tutti: va bene colpire chi non paga le tasse, ma è meglio lasciare perdere gli interventi che sembrano uno «show» (La Russa) o una «lotta alla ricchezza» (Osvaldo Napoli). Serve «equilibrio», reclama Maurizio Gasparri, evitando «metodi illiberali», gli fa eco Daniele Capezzone. Passi per Equitalia, ma davvero non è sopportabile questo «clima di ostilità verso il benessere», è la sensazione di Giuliano Cazzola.
Se il Pdl sembra non aver digerito la bocciatura da parte di Monti dello slogan non metteremo le mani nelle tasche degli italiani di berlusconiana memoria, il resto delle forze politiche che sostengono il Professore sembra apprezzare. Lo fa il Pd che, per bocca del segretario Pier Luigi Bersani, giudica «importanti le iniziative della Gdf e dell'Agenzia delle entrate», preannunciando nuove proposte dei democratici per contrastare chi non è in regola con il fisco. E anche Lorenzo Cesa e Italo Bocchino, dal terzo Polo, sposano la linea della fermezza contro gli evasori. Antonio Di Pietro, pur collocato all'opposizione, critica l'atteggiamento del Pdl e della Lega e rivolgendosi al premier chiede di ripristinare il reato di falso in bilancio.

Ma è sul fronte delle liberalizzazioni che si giocherà una delle partite più delicate per l'esecutivo. Anche su questo fronte la forza guidata da Silvio Berlusconi pone qualche paletto, chiedendo di operare dei distinguo. Maria Stella Gelmini, ad esempio, sostiene: «Le liberalizzazioni non siano una resa dei conti. Si proceda allora in modo organico e graduale partendo dai servizi locali, trasporti, gestione dei servizi idrici, banche, poste». Secondo Gasparri, inoltre, occorre iniziare dai «potentati», evitando la tentazione di attuare una «persecuzione di alcune attività professionali o del lavoro autonomo». Bersani, dal canto suo, mostra cautela e preannuncia proposte targate Pd.

Ma il Partito democratico si agita soprattutto pensando al mercato del lavoro. Il segretario, al riguardo, invita il governo a «tenere presenti» le idee del suo partito. Che non intaccano l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, precisa Cesare Damiano, reclamando anche correzioni di alcune inique misure deciso sul fronte previdenziale.

Dalla prossima settimana Monti avvierà i contatti con le forze sociali, poi con i partiti. Il Pdl, intanto, lavora su agenda di priorità. Sulle liberalizzazioni, ad esempio, già martedì i vertici di via dell'Umiltà potrebbero riunirsi a Roma per valutare l'atteggiamento da tenere prima che Alfano ne discuta faccia a faccia con il presidente del Consiglio. E non è escluso che fin dal lunedì si tengano alcune riunioni preparatorie.