19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
In linea con le richieste del Colle

Governo: nuovo rendiconto in arrivo al Senato

Dopo la bocciatura alla Camera, accordo per l'approvazione del nuovo testo. Donadi: «Non ci metteremo di traverso». Rao: «Il Governo ha messo una pezza a colori, se ne assumerà l

ROMA - Dopo il rinnovo della fiducia chiesta dal governo Berlusconi alla Camera e, nello stesso giorno, l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con una lettera ai capigruppo di maggioranza, il nuovo testo del Rendiconto generale dello Stato, approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso, non dovrebbe incontrare ostacoli 'regolamentari' nel corso del suo iter parlamentare. Il provvedimento che, come ha ricordato il capo dello Stato nella missiva, ha natura di «atto ricognitivo e di legge formale di approvazione», è atteso in commissione Bilancio al Senato e dall'Aula di Palazzo Madama verrà approvato in prima lettura per poi passare alla Camera dove, a quanto si apprende da fonti parlamentari, non sarà sollevato alcun problema di tipo regolamentare e, sempre che la maggioranza stavolta sia in grado di garantire i numeri, avrà il via libera anche dell'Assemblea di Montecitorio.

In linea con le indicazioni del Colle - Il «rebus» (per usare le parole di Eugenio Scalfari che ieri e oggi è intervenuto dalle colonne di Repubblica chiedendo lumi sulla questione sia a Napolitano che al presidente della Camera, Gianfranco Fini) in cui il governo e Parlamento sembravano essere finiti dopo la bocciatura, martedì scorso in Aula a Montecitorio, dell'articolo 1 del Rendiconto sembra essere stato risolto in linea con le indicazioni del Colle che aveva sottolineato come «le modalità più corrette per superare l'inconveniente determinatosi e consentire un'attività certamente dovuta non possono che consistere anche nella ripresentazione dello stesso testo, considerata la sua natura di atto ricognitivo e di legge formale di approvazione: ma era opportuno che ciò avvenisse dopo il chiarimento politico e previa nuova verifica da parte dell'organo di controllo dei conti dello Stato, come poi è in effetti avvenuto».

Avvenuto il chiarimento politico, per lo meno sul piano dei numeri parlamentari, quindi, non avrà ripercussioni sul nuovo testo del Rendiconto la decisione della Giunta per il Regolamento di Montecitorio (dove il centrodestra è in minoranza) che, applicando l'articolo 72 del Regolamento, all'indomani della bocciatura dell'articolo 1, aveva precluso la votazione sull'intero provvedimento. Alla Camera spiegano che «è stato raggiunto un accordo» per cui il documento passerà al vaglio prima della Corte dei Conti e poi approderà al Senato con qualche cambiamento rispetto al testo bocciato. Il premier Silvio Berlusconi lo aveva preannunciato giovedì parlando e chiedendo la fiducia alla Camera: «Ferme ovviamente le risultanze contabili del Rendiconto, il Governo presenterà al Parlamento un nuovo provvedimento, di un solo articolo, al quale aggiungerà come allegati le tabelle ed i dati contabili e di gestione delle singole amministrazioni e delle aziende autonome».

E l'opposizione, che pure conferma - tutta - il suo voto contrario al Rendiconto, non si metterà di traverso. «Noi non abbiamo intenzione di metterci di traverso - dice Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera - di giocare allo sfascio. Ci sono dei limiti però oltre i quali non si può andare. Ci rimettiamo alle valutazioni di Fini. Ma se il presidente della Camera riterrà che l'unico modo per procedere all'approvazione del Rendiconto è modificare il Regolamento della Camera non saremmo disponibili, se invece riterrà che è possibile procedere con il Rendiconto senza cambiare le regole noi ne prenderemo atto». Il Governo, sottolinea l'Udc Roberto Rao, ha deciso di andare avanti, ha messo una pezza a colori, se ne assumerà la responsabilità». Il democratico Pierpaolo Baretta annuncia: «Noi faremo presente l'anomalia che si è creata perché non si può liquidare come se non fosse successo niente. Il fatto che non si è approvata è perché la maggioranza non è stata in grado di approvarla. Spetta a loro quindi avere i numeri, noi voteremo contro come sempre».