29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Polemiche per la politica economica del Ministro

Galan a Tremonti: «Devi dimetterti»

Il Ministro dei Beni Culturali: «Un errore lasciare a Giulio tutto questo potere». Alemanno: «Tremonti faccia politica economica in partecipazione». Fini: «Berlusconi se ne accorge ora degli sbagli?». Storace: «Non mi piace la corsa a cacciarlo»

ROMA - Tremonti è un ministro da commissariare. Ne è convinto Giancarlo Galan, ministro dei beni culturali a proposito del collega di esecutivo finito al centro delle polemiche per la sua politica economica. «Molti finalmente si rendono conto di quanto sia stato sbagliato lasciare a Tremonti la regia quasi unica delle scelte economiche», ha detto Galan in una intervista a La Repubblica.
Secondo Galan «Tremonti è un socialista statalista. Fa il contrario di quel che abbiamo promesso ai nostri elettori. Per questo perdiamo consensi. Non è che le ragazze e tutto il resto ci aiutino, ma questo è il vero problema, la politica economica».
«Tremonti - ha proseguito - sarebbe un ottimo ministro delle Finanze. Se ad affiancarlo ci fosse un ministro del Tesoro». Per concludere a proposito della possibilità che Tremonti si dimetta, Galan ha detto: «Devo dire la verità: mi stupisce molto che non si sia ancora dimesso lui».

Alemanno: «Tremonti faccia politica economica in partecipazione» - «Io voglio lanciare una grande sfida a Giulio Tremonti, la sfida deve essere quella di fare la politica economica nella partecipazione». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel suo discorso di chiusura della tre giorni organizzata dalla Fondazione Nuova Italia.
«Confindustria domani - ha sottolineato - presenterà il manifesto per l'Italia e non sta dicendo andate a casa, sta dicendo 'il governo governi e queste sono le nostre proposte'. Noi dobbiamo chiedere a tutte le parti sociali quali sono le loro proposte. Io non vedo il segnale di un governo tecnico, anche gli industriali chiedono che il governo governi. E questo governo deve governare e creare un programma di fine legislatura e mettere insieme riforme che si attendono da anni e che si possono fare e che diventerebbero la migliore garanzia per il futuro al di là di tutti i gossip. Noi dobbiamo chiedere che questo governo vari queste riforme, ma dopo - ha dunque insistito Alemanno - che tutti saranno stati ascoltati. Non si possono fare riforme chiusi in una stanza con quattro tecnocrati. Qui la sfida non è solo tenere i conti pubblici ma rimettere in moto lo sviluppo».

Fini: «Berlusconi se ne accorge ora degli sbagli di Tremonti?» - Giulio Tremonti «sbaglia» nel suo «eccesso di personalismo», ma certo non è Silvio Berlusconi a poterlo criticare, visto che «per tre anni gli ha delegato la politica economica» e non può dire di accorgersi «solo ora» dei difetti del ministro dell'Economia. Lo ha detto Gianfranco Fini a SkyTg24: «Tremonti è un uomo che ha delle qualità, a livello internazionale gode di una certa credibilità. Ha come tutti dei difetti, un eccesso di personalismo. Ma la cosa che è poco spiegabile è come il presidente del Consiglio soltanto oggi si accorga che quella è la personalità di Tremonti, che va preso per quel che è. E' Berlusconi - ha aggiunto Fini - che ha delegato a Tremonti tutta la politica economica per tre anni. So che i parlamentari del Pdl dicono 'Tremonti è insopportabile'. Tremonti certamente sbaglia, ma perché il presidente del Consiglio ha delegato per tre anni?». Peraltro, «Berlusconi fino al giorno prima che esplodesse la crisi la negava. Diceva 'va tutto bene'. A maggio in Parlamento ha detto non ci sarà alcun intervento sui conti pubblici. Se neghi quello che a tutti è chiaro, è evidente che non sai più che fare. Infatti il governo ha cambiato quattro volte la manovra in un mese».

Storace: «Non mi piace la corsa a cacciare Tremonti» - «Comunque, a me questa corsa a cacciare Tremonti non piace proprio. Sarà antipatico, ma non si può dire che sia un incompetente». Lo ha dichiarato segretario de «La Destra», Francesco Storace. «E che salga in cattedra Galan, che sta facendo fuoco e fiamme contro il piano casa del Lazio - ha aggiunto - è incredibile. Quasi quasi, se ci sta, Giulio lo possiamo candidare noi e glielo ributtiamo in mezzo ai piedi...».