Veltroni: «Ridurre i parlamentari migliora la Democrazia»
L'ex Segretario del PD: «L'ostinazione del Premier danneggia il Paese». Finocchiaro: «Berlusconi finito, rimettiamo in piedi il paese». Zingaretti: «Serve coerenza e tornare ad usare le nostre parole». Zedda: «Non mi candido alle primarie, ho altro da fare»
ROMA - «Il dimezzamento del numero dei parlamentari è necessario per far funzionare meglio la democrazia». Lo ribadisce Walter Veltroni durante un dibattito della scuola di politica, Democratica, insieme ad Anna Finocchiaro, Sergio Chiamparino, Nicola Zingaretti e Massimo Zedda. «Negli anni 60 e 70 - ricorda l'ex segretario del Pd - i politici avevano anche privilegi maggiori ma nessuno li metteva in discussione perchè si percepiva che avessero un'utilità, oggi questa sensazione non c'è più».
Quindi è utile ridurre il personale politico sapendo però che «la democrazia funziona meglio se si rafforzano sia il governo che il Parlamento. Il nostro schieramento - ha suggerito Veltroni - deve essere quello delle riforme e del rilancio della politica però deve anche dire che la politica deve uscire dalle aziende perchè il governo non è un fine ma un mezzo. Non si fa politica per andare al governo; questa è una differenza che anche noi abbiamo spesso dimenticato».
«L'ostinazione del Premier danneggia il Paese» - «Berlusconi è finito e di questo sono consapevoli anche nel centrodestra. L'ostinazione egoistica a restare al governo è un atto di prepotenza, arroganza e disinteresse per il destino della nazione. Se il premier insistesse a restare contro gli interessi del paese si aprirebbe una questione politico-istituzionale molto forte».
Per l'ex segretario del Pd l'unico modo per «girare pagina è un governo guidato da una persona rispettata in Europa, una persona seria, credibile e autorevole affinché l'Italia non venga trattata come abbiamo visto nelle vignette satiriche contro il premier che danno un'immagine che non risponde alla sua grandezza».
Un governo, spiega ancora Veltroni, che «faccia le riforme necessarie e che abbia un consenso parlamentare vasto». L'idea di Bossi di andare avanti giorno per giorno per Veltroni è impraticabile: «La soddisfazione per il voto di ieri è sbagliata nel merito e politicamente infondata e quelle parole pronunciate da Berlusconi 'solo sette voti' testimoniano l'erosione della maggioranza».
«La parola patrimoniale non ci deve spaventare» - «Quando al Lingotto un anno fa parlai di patrimoniale quella parola ha spaventato tutti. Perchè mai? E' uno strumento di giustizia sociale, o vogliamo accettare che paghino tutti lo stesso? Chi evade e chi è pensionato? La parola patrimoniale non dovrebbe farci paura». Walter Veltroni intervenendo alla scuola di politica, Democratica, in un dibattito sulla comunicazione e sulla necessità di maggior coraggio anche nel linguaggio ha ricordato come la sua proposta di allora fu accolta criticamente anche nel suo partito.
Finocchiaro: «Berlusconi finito, rimettiamo in piedi il paese» - «Andare avanti giorno per giorno è la cosa più tragica che si possa fare in una situazione così difficile per il paese. Sarà giorno per giorno, settimana per settimana, ma Berlusconi è finito e c'è la necessità di rimettere in piedi il paese e rassicurare gli italiani sul fatto che usciremo dalla crisi». Lo dice Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, a margine di un dibattito di Democratica, la scuola di politica della fondazione di Veltroni.
Secondo la Finocchiaro «ieri Berlusconi ha avuto un numero inferiori di voti rispetto a quelli che si aspettava» e in ogni caso ora due sono le strade possibili: «Un governo di responsabilità nazionale che si incarichi di rimettere in sesto il paese e fare la riforma elettorale, oppure andare alle elezioni. Nel primo caso il Pd metterà davanti l'interesse dell'Italia. Nel secondo caso se c'è un partito che non teme il voto siamo noi».
Zingaretti: «Serve coerenza e tornare ad usare le nostre parole» - Coerenza tra parole e comportamenti per essere credibili e una maggiore autonomia anche nel linguaggio, cioè basta usare le parole della destra. Sono i suggerimenti di Nicola Zingaretti al Pd. Intervenendo alla scuola di politica di Walter Veltroni, Democratica, in un dibattito sulla comunicazione politica il presidente della Provincia di Roma ha invitato a recuperare qualche parola d'ordine della sinistra: «Dopo il ventennio fallimentare di Berlusconi e della destra ripartiamo da sviluppo e equità. Noi dobbiamo dire che siamo quelli che vogliono tornare a crescere e ridistribuire la ricchezza in modo equo e solidale».
Quindi «attenzione a non usare le parole degli altri - ha detto Zingaretti - ad esempio «pressione fiscale», diventa un concetto negativo, noi dovremmo dire «giustizia fiscale». Corriamo il rischio di essere subalterni se usiamo parole coniate dalla destra come scudo fiscale che è una vergogna ma così assume un'accezione positiva, di difesa, noi dovremmo chiamarlo schifo fiscale. Con costanza e tenacia dobbiamo riappropriarci di un linguaggio che esprima anche una scala valoriale».
Zedda: «Non mi candido alle primarie, ho altro da fare» - Massimo Zedda non intende candidarsi alle primarie al posto di Nichi Vendola, come ipotizzato da alcune indiscrezioni giornalistiche. Il giovane sindaco di Cagliari, a margine della scuola di politica di Democratica, spiega: «Ho altro da fare, non mi candido», risponde Zedda ai cronisti, anche se a suo avviso le primarie restano in ogni caso «il solo strumento disponibile al momento per decidere non solo e non tanto sulle persone, quanto sul programma».
Quanto poi alla situazione di crisi del governo l'esponente di Sel si dice contrario a esecutivi tecnici o di responsabilità nazionale: «Tra le varie ipotesi in campo - dice - quella di un governo di transizione non mi convince per niente. Per me bisogna mandare via Berlusconi e poi sconfiggerlo nelle urne».