19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
La vita dei partiti | PD

Franceschini-Veltroni: Governo di transizione, Bersani scettico

Il Segretario non dice no ma non ci crede molto. Per il leader democratico lo sbocco naturale di questa situazione sarebbero le elezioni

ROMA - Le cose non vanno, la manovra non risolverà i problemi del Paese, di questo al Pd sono tutti certi, ma se la disponibilità al Governo di transizione è stata ribadita ufficialmente oggi da Walter Veltroni e Dario Franceschini, è anche vero che il segretario Pier Luigi Bersani sembra assai poco convinto che si creeranno le condizioni per una soluzione del genere. Per il leader democratico, spiegano, lo sbocco naturale di questa situazione sarebbero le elezioni, ma Bersani è anche consapevole che un partito come il Pd non potrebbe sottrarsi alle proprie responsabilità se per Giorgio Napolitano si aprisse la possibilità di tentare un «governo alla Ciampi». Peraltro, anche Massimo D'Alema ha perso un po' del suo entusiasmo rispetto all'ipotesi di un governo di transizione, dopo che le inchieste su Penati e le uscite di Alessandro Profumo e Luca Cordero di Montezemolo hanno fatto balenare il rischio di un'emarginazione del Pd.

Di sicuro, ha detto il segretario democratico, è difficile che si arrivi al 2013: «E' incredibile, impensabile, drammatico andare avanti così fino al 2013», il Governo dovrebbe fare un «gesto politico», ovvero dimettersi. Ma Bersani sa anche che mai Berlusconi farà un passo indietro e, come dice chi ha parlato con il segretario, «finche il Cavaliere è 'politicamente vivo' è difficile che il Pdl riesca a spingerlo a 'mollare', come ha fatto il Psoe in Spagna con Zapatero». E' vero che secondo Dario Franceschini il voto di oggi ha fatto registrare uno scarto minimo tra maggioranza e opposizione e «bastano 7-8 deputati che cambiano schieramento per far cadere il Governo». Ma convincere 7-8 deputati è tutt'altro che facile e se anche accadesse a causa del referendum elettorale, come Franceschini ipotizza, la soluzione più probabile secondo molti Pd sarebbe quella del voto nella primavera del 2012.

Proprio il capogruppo, però, ha in serata ha rilanciato: servirebbe un Governo «alla Ciampi». «Se ci fosse un governo guidato da una personalità internazionale e con una base parlamentare larga, questa cosa varrebbe da sola un paio di manovre. Ribadiamo la nostra disponibilità a sostegno di un governo di transizione, nuovo, che faccia finire la legislatura ed affronti l'emergenza», ha detto il capogruppo. Un Governo che fa finire la legislatura è qualcosa di più di un esecutivo breve che porta al voto in primavera. E' lo stesso Governo che immagina Veltroni: «Un Governo con un ampio sostegno parlamentare che possa affrontare l'emergenza e compiere scelte più dolorose. E' quello che fecero, con successo, Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi».