La Lega chiude sulle pensioni, ma stringe l'asse con Alfano
Il Ministro leghista Maroni: «E' bravissimo». Il Segretario del Pdl: «Non si va contro il Carroccio»
ALZANO LOMBARDO - La Lega chiude la porta al Pdl sull'ipotesi di accelerare nella manovra l'età pensionabile, ma accoglie con tutti gli onori il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ricambia, indossa al polso destro il foulard verde e promette: «In una coalizione ciascuno può avere una propensione in una direzione o in un'altra, ma le decisioni si prendono insieme e se la Lega non è d'accordo su questo, il Governo non può andare in questa direzione. È un modo leale di procedere per arrivare alla fine della legislatura».
La possibilità di ricavare da un ritocco al sistema previdenziale le risorse per compensare il «dimezzamento» dei tagli agli enti locali promesso dallo stesso Alfano è dunque sfumata: «Il capitolo pensioni nella manovra per noi è chiuso così come è scritto e mi pare che il segretario del Pdl possa concordare» ha tagliato corto Maroni dal palco della Berghem fest leghista, ma se il contributo di solidarietà previsto nella manovra sembra destinato a ridursi «fino alla sostituzione con altri tipi di imposizione», la strada verso la quadratura del cerchio sembra ormai spianata: «Siamo pronti con una proposta unitaria di maggioranza - ha assicurato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli- che verrà condivisa da Lega, Pdl e Responsabili, alla faccia di chi ci vuole male».
Lunedì il vertice Bossi-Berlusconi - Gli ultimi dettagli saranno definiti lunedì durante l'incontro tra il premier Silvio Berlusconi e il leader leghista Umberto Bossi, ma intanto quella emersa dalla più antica tra le feste leghista, giunta alla ventiduesima edizione, è tutt'altro che l'immagine di una coalizione pronta a sfaldarsi, anche quando si parla di futuro non immediato: «Noi siamo per Silvio Berlusconi premier perché pensiamo che abbia fatto bene» ha risposto diplomaticamente Alfano a Enrico Mentana che gli chiedeva del candidato del centrodestra alla guida del Governo alle prossime elezioni. «Chi forza la mano oggi - ha aggiunto Calderoli, mostrando il dito medio, riferendosi a chi invocava invece una possibile candidatura alternativa di Maroni - non favorisce il nostro candidato, che ci sarà, ma mira a rompere la coalizione. Decideremo insieme» nel 2013.
Certo è che lo stesso Alfano, abile a conquistare la platea leghista lodandone la «passione», è sembrato a sua volta un candidato premier credibile agli occhi del Carroccio, in particolare per Maroni: «E' molto bravo» ha detto il responsabile del Viminale sull'ex guardasigilli. «Lo ringrazio di essere qui - ha aggiunto - e per il suo lavoro da ministro. Mai la collaborazione tra ministero dell'Interno e della Giustizia è stata così grande come con lui» in via Arenula.