19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Si lavora su Iva e Ministeri

Alemanno: «Stop ai diktat della Lega»

Il Sindaco di Roma: «Gli spazi ci sono, parliamo di servizi essenziali. Tagli ai Comuni? Meglio alla buvette del Parlamento»

ROMA - La possibilità di correggere la manovra c'è, si sta lavorando sull'Iva e sui tagli ai ministeri e, comunque, non sono più accettabili diktat dalla Lega. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, parlando al Tg3: «Non possiamo avere più diktat da parte della Lega, questi diktat ci portano dalla parte sbagliata».
Per quanto riguarda le possibili correzioni della manovra, Alemanno ha spiegato: «Ho sentito l'ipotesi dell'Iva come dato principale, e poi tagli in altri settori, magari un ulteriore dimagrimento dei ministeri. Gli spazi ci sono, qui parliamo di servizi essenziali, asili nido, assistenza... è necessario dare risposte».

«Tagli ai Comuni? Meglio alla buvette del Parlamento» - Dai piccoli Comuni si vorrebbe ottenere con la manovra un risparmio di «6 milioni di euro», ma «da quanto leggo sui giornali la buvette di camera e Senato costa 5 milioni e mezzo di euro, quindi credo che obiettivamente ci troviamo di fronte a ben altri tagli che si possono fare ai costi della politica». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno al termine di un incontro al Viminale con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Un colloquio al quale ha partecipato anche Amalia Neirotti, presidente Anci Piemonte.
Il primo cittadino della Capitale si è mostrato soddisfatto per l'esito dell'incontro: «Maroni ci ha garantito attenzione e disponibilità, lunedì prossimo avremo un nuovo incontro per sapere le risposte, che ci ha garantito saranno positive».
«C'è una grande disponibilità di Maroni a farsi interprete delle richieste dei Comuni» - ha proseguito Alemanno - perché «il taglio da 14,2 miliardi delle ultime manovre è per i Comuni insostenibile».
Soddisfatta anche Neirotti: «Riguardo ai piccoli Comuni c'è la disponibilità a stralciare l'articolo 16 della manovra con l'impegno da parte delle pubbliche amministrazioni a mettere mano alla Carta delle Autonomie».
Alemanno ha poi informato i cronisti della richiesta di rivedere il patto di stabilità e ha criticato il Tesoro, perché «oggi i Comuni hanno 43 miliardi di euro di investimenti che non possono essere utilizzati» a causa del «modo scelto dal ministero del Tesoro di applicare il Patto di Stabilità».