31 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Lo rende noto la regione Lazio

Tbc al Gemelli, altri 4 neonati positivi al test. Fazio: «Potrebbero diventare 100»

Tre femmine e un maschio, le famiglie sono state avvisate. Il Ministro della Salute: «Ma non è un'epidemia. Allertate tutte le regioni». Le famiglie dei neonati valutano una class action

ROMA - Altri quattro bambini nati al Policlino Gemelli di Roma sono risultati positivi ai test sulla tbc. Lo rende noto la Regione Lazio, sottolineando che prosegue l'attività di controllo sui 1271 neonati nati nel nosocomio romano dal primo marzo al 25 luglio, ultimo giorno di servizio dell'infermiera del reparto di neonatologia a cui è stata riscontrata la tubercolosi. In particolare, nella giornata di oggi, sono emersi 4 esami positivi, 3 femmine ed un maschio, le famiglie dei quali sono state avvisate. Tre dei neonati positivi sono nati nel mese di marzo, uno nel mese di aprile.
Salgono così almeno a 16 i neonati risultati positivi al test della tubercolosi nell'ambito dei controlli scattati tra i nati al policlinico tra il mese di marzo e il 25 di luglio. Se poi dai test genetici, dovesse risultare che il ceppo che ha colpito la bimba di 5 mesi, nato al Gemelli il 22 marzo, e ricoverata al Bambino Gesù da metà luglio, dovesse essere lo stesso, i casi diventerebbero 17.

La positività al test non significa malattia - Anche oggi, alle ore 19, presieduta dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si è riunita l'Unità di coordinamento che sta gestendo l'attività di controllo sui nati al Policlinico Gemelli inseriti nel programma di sorveglianza, che ha fatto il punto della situazione rispetto alle operazioni in corso. L'Unità di coordinamento, attraverso i suoi esperti, ricorda che «la positività al test non significa malattia ma esprime l'avvenuto contatto con il bacillo». Sui 4 neonati sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi prevista dal protocollo definito dall'Unità di coordinamento. La profilassi, definita anche dalle linee guida internazionali, «evita il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell'avvenuto contatto con il micobatterio».
L'unità di coordinamento precisa inoltre che, dei neonati risultati positivi fino ad oggi e sottoposti agli ulteriori controlli previsti, nessuno è risultato ammalato. Oggi sono stati anche fissati altri 160 appuntamenti, per un totale a tutt'oggi di oltre 860 appuntamenti. E - sottolinea la Regione - entro il 31 agosto tutti i bambini interessati saranno stati sottoposti a visita e test, come previsto dal protocollo medico.

Fazio: «I bambini positivi potrebbero diventare cento» - Il numero dei bambini positivi alla Tbc «è destinato ad aumentare ma non siamo di fronte ad un'epidemia». Lo ha dichiarato il ministro della salute, Ferruccio Fazio, in un'intervista a La Repubblica, non escludendo che il numero dei casi possa arrivare ad un centinaio. «I neonati non hanno ancora difese immunitarie sviluppate - dice il ministro - Detto questo noi sappiamo che normalmente si registra un caso di Tbc ogni duemila infettati quindi non siamo preoccupati. Stiamo facendo la profilassi e ci auguriamo che nessuno sviluppi la malattia».
La bambina che, invece, l'ha sviluppata «è in fase di guarigione, risponde alle cure - assicura il ministro - Sta meglio anche l'infermiera che ha trasmesso il batterio. Poverina, non ha nessuna colpa, nè lei, nè il resto del personale. La tbc è una malattia subdola, con una lunga incubazione e con sintomi aspecifici».
Fazio, infine, rassicura i genitori dei bambini nati al Gemelli «devono stare tranquilli. I piccoli sono molto controllati e accuditi. Nessuno avrà disturbi importanti - conclude - Abbiamo mandato una circolare a tutte le Regioni per ribadire le raccomandazioni da fare a tutte le strutture e agli operatori. Abbiamo spiegato quali sono le linee di addestramento del personale e quelle di sorveglianza della sindrome».

Tbc a Gemelli, famiglie neonati valutano una class action - «Stiamo valutando di portare avanti una class action. Il numero dei contagiati è in costante aumento. Ed è assolutamente plausibile pensare che i genitori di questi bambini vogliano procedere con un'azione legale contro il Gemelli». Lo annuncia, a La Repubblica, Claudia Fava del Piano, 32 anni, avvocato, mamma di un bambino nato al Policlinico Gemelli di Roma il mese scorso, e quindi tra i 1271 neonati inseriti nell'elenco dei controlli anti tubercolosi.
Quello che è successo nell'ospedale della capitale è «uno scandalo - aggiunge la donna - L'ospedale ha responsabilità perché ha il dovere di controllare. Con più attenzione e, soprattutto, con più serietà e maggiore severità nei controlli si poteva evitare. Diciamo che ora sarò io ad essere più attenta e il mio prossimo figlio - conclude - non lo farò nascere al Gemelli. E se dopo i controlli su nostro figlio ci saranno dei problemi andremo avanti».