25 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Il Presidente di ItaliaFutura a Oggi

Montezemolo: «Il Governo agisce sempre in emergenza»

«Prima cosa da introdurre è la tassa patrimoniale». Bersani: «Non si può solo bombardare...». Italia Futura: «I Comuni sono una risorsa italiana da tutelare»

ROMA - «La manovra del governo mi fa pensare a un ateo che prima di morire si fa il segno della croce invocando le liberalizzazioni e abolendo qualche provincia. Tutto sempre in emergenza, di corsa, con l'acqua alla gola. Ma così non può funzionare. Ci sono tre priorità: abbassare il debito pubblico, ridurre i costi di gestione della macchina Italia, tagliare parte dei vincoli che frenano le imprese. Prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, cioè, lo Stato deve fare la sua parte. L'80 per cento. E poi chieda pure agli italiani il restante 20». Lo ha detto Luca Cordero di Montezemolo in un colloquio con il settimanale Oggi, in edicola da domani.
A proposito della proposta di tassare allo 0,5 per cento i patrimoni superiori a 10 milioni di euro, Montezemolo ha spiegato: «Non si tratta di gridare dagli al ricco, ma di far sì che tutti contribuiscano. Chi ha di più è ovvio che debba dare di più. Mentre la tassa che colpirebbe i cosiddetti redditi alti è di fatto iniqua, perché si scaglia contro chi guadagna 4 mila euro al mese e magari ha figli e famiglia a carico, e paga da sempre le tasse fino all'ultimo centesimo».
«La gente non ne può più: sprechi, servizi inefficienti, privilegi di ogni tipo», ha aggiunto Montezemolo. «Prima lo Stato deve intervenire qui, sulle cose che non vanno, poi venga a chiederci più tasse. Ci dica dove vanno a finire i soldi che il fisco raccoglie. È quella che ho chiamato tassa patrimoniale sullo Stato, la prima cosa da fare in assoluto».

Bersani a Montezemolo: «Non si può solo bombardare...» - Luca Cordero di Montezemolo deve dire se vuole confrontarsi con il Pd o no, la sua «litania» preoccupa i democratici, ma non si può solo «bombardare a destra e a sinistra». Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani durante una conferenza stampa: «Montezemolo dice che non si sa cosa dica il Pd. Siamo abituati a questa litania qui, non ci impressiona mica. Siamo gli unici che hanno fatto assemblee programmatiche, abbiamo proposte a iosa».
«Se ci si vuol descrivere come inutilizzabili - ha aggiunto Bersani -, bisogna anche dire quale altra soluzione c'è, perché adesso non si scherza. Non si aspettino di poter dire di noi qualsiasi cosa, siamo anche da combattimento. Siamo ormai un sistema bipolare, non si può sempre stare al precampionato. Il Pd e pronto a discutere. Noi non ci limiteremo a un appello alle forze di centrosinistra classiche, allargheremo il confronto al centro. Sono disposti? Apriamo il tavolo! Vogliono solo bombardare a destra e sinistra? Non credo sia utile al paese. Le nostre proposte gliele spieghiamo, se non sono d'accordo ci dicano la loro...»

Zanda (Pd): «Cosa pensa Montezemolo del conflitto d'interessi?» - «La risposta polemica di Montezemolo a Bersani mi è sembrata un po' acidula ma, quando si vuole entrare in politica, può succedere di alzare i toni. La questione è un'altra». E' quanto ha dichiarato il vicepresidente dei senatori del PD Luigi Zanda che ha aggiunto:«Montezemolo ha ricordato il vasto lavoro del suo centro studi ItaliaFutura su numerosi argomenti fra i quali fisco, pensioni, province, precariato, cultura. Manca, però, una bella ricerca sul conflitto d'interessi».
«Quando un importante imprenditore - ha aggiunto Zanda - si mette a far politica gli italiani, che hanno maturato una certa esperienza nel settore, vogliono sapere in via preliminare e con molta precisione cosa lui personalmente (e non il suo centro studi) pensa del conflitto d'interessi e come intende che vada regolato. Vogliono che spieghi, anche qui con precisione, quali fra i suoi affari hanno a che fare con decisioni delle pubbliche autorità. Insomma, quali norme per Montezemolo dovrebbero regolamentare il conflitto d'interessi? E lui stesso in quali conflitti potenziali si troverebbe nel caso dovesse occupare una carica pubblica?» «Sono certo - ha concluso Zanda - che Montezemolo conosca bene il valore della trasparenza in democrazia e, pertanto, non avrà difficoltà a rispondere a queste e ad altre domande.

Italia Futura: «I Comuni sono una risorsa italiana da tutelare» - I Comuni rappresentano una «risorsa italiana» e «un tradizionale strumento di vicinanza ai cittadini». ItaliaFutura, la fondazione guidata da Luca Cordero di Montezemolo, torna a puntare il dito contro la manovra economica del governo e a difendere il ruolo dei comuni italiani.
La manovra, secondo ItaliaFutura, «contiene, in materia di organizzazione amministrativa e tagli ai costi della politica, solo interventi spot e settoriali con soluzioni ibride che troveranno una difficile applicazione pratica» e inoltre «brilla l'assenza di interventi strutturali e razionali per il riordino del'organizzazione pubblica centrale e locale, tutte le disposizioni sono poste al di fuori di un quadro complessivo di riforma organizzativa dello Stato». La soppressione delle province con popolazione inferiore ai 300.000 abitanti «non è sufficiente ed anzi ingenererà solo contrasti territoriali da 'annessione' né avrà alcuna utilità sia in rapporto ai risparmi conseguiti che dal punto di vista organizzativo. Né convince la soppressione delle giunte e dei consigli dei comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti in quanto non si determina una soppressione degli enti, ma solo delle rappresentanze politiche, anche di opposizione, con una conseguente grave riduzione delle garanzie democratiche», osserva ItaliaFutura.
E «a questo posticcio intervento su province e comuni si aggiunge l'ennesimo taglio alle risorse. Le casse dei comuni, ormai vuote, non possono sostenere gli ulteriori tagli ai trasferimenti previsti dalla manovra senza determinare restrizioni alla spesa relativa ai servizi sociali e alla solidarietà sociale».

Non più rinviabile la riforma dell'organizzazione statale - Secondo la fondazione guidata da Montezemolo, «i comuni d'Italia, anche piccoli, sono gli enti di prossimità che garantiscono la rappresentanza democratica, la tutela delle specificità della comunità e del territorio, la conservazione delle tradizioni, nonché possono costituire un'insostituibile scuola di buona politica e di buona amministrazione per la formazione della classe dirigente di questo Paese».
Ma, a questo punto, «una riforma complessiva dell'organizzazione dello Stato e della pubblica amministrazione non è più rinviabile: oltre all'immediata soppressione delle province, si dovrebbe procedere al dimezzamento dei componenti le camere (315 deputati e 150 senatori); al superamento del bicameralismo perfetto (già da ora il Senato eletto su base regionale, con una modesta riforma costituzionale potrebbe svolgere la funzione legislativa in materia concorrente); al complessivo riordino dell'organizzazione delle istituzioni regionali e comunali, dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato, con conseguente riduzione dei relativi costi e duplicazioni».