27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Oggi Bossi vede Tremonti

Nella Lega scoppia il caso dei tagli ai Comuni

Lunedì sera Bossi disse di aver privilegiato le pensioni ai Comuni

PONTE DI LEGNO - Un problema di «coscienza» che si è già trasformato in un caso politico non solo nella maggioranza ma anche all'interno della Lega. Umberto Bossi ha rivendicato di aver scelto di «salvare» i pensionati, la «povera gente»; e agli enti locali, che dovranno fronteggiare pesanti tagli, «ci penseremo in un secondo momento». Tagli assai poco «federalisti» e che hanno mandato la Lega, e la stessa maggioranza, in fibrillazione. Anche perché un alleggerimento dei tagli agli enti locali lo chiedono non solo in molti nel Pdl ma anche lo stesso ministro dell'Interno Roberto Maroni, che vorrebbe addirittura azzerarli.

Il leader della Lega ha giustificato la sua scelta ai sostenitori con la necessità di tutelare prima le persone, poi i comuni, «che se la possono cavare». Ha indicato come da estirpare al malattia «dell'assistenzialismo», che colpisce anche il nord. «C'è gente anche nostra - ha detto - che ragiona come i terroni che pensano che lo Stato 'mi deve dare'. Lo Stato non deve dare niente». Parole ascoltate con attenzione ma inconsueto scarso entusiasmo dai suoi sostenitori, che lo hanno accolto al Palazzetto dello sport di Ponte di Legno per il comizio di Ferragosto. Per far digerire ai suoi le impopolari misure, Bossi non ha esitato ad ammettere che «La Bce questa volta ci ha dato una mano comprando i nostri titoli» e «la durissima manovra» è stata necessaria perché «se non facevamo tagli questa volta l'Europa ci uccideva». Obiettivo, cercare di convincere il popolo leghista delle buone ragioni della linea del Carroccio, presentare ai propri elettori un movimento battagliero e vittorioso nel braccio di ferro in Consiglio dei ministri, durante il quale Bossi ha raccontato di esser venuto «quasi alle mani con Brunetta, il nano di Venezia».

Ma il problema dei tagli agli Enti locali, anche se ammorbidito, come dice Bossi, con «l'anticipo del federalismo al 2012», rimane. La soluzione non appare facile. E le contraddizioni, anche nel Carroccio cominciano ad emergere. «Ho sentito Maroni, vuole fare una modifica alla manovra sugli enti locali. Questo mi sembra giusto - ha detto Bossi - Ma non al punto di attirarci le ire della Banca centrale europea che ci deve dare una mano per comprare i titoli di Stato». Quindi? L'orientamento definitivo della Lega si capirà meglio forse oggi e domani, quando Bossi, in Cadore, incontrerà il ministro dell'Economia Giulio Tremonti con l'obiettivo di «convincerlo ad andare in una certa direzione», come ha spiegato ieri al figlio Renzo in una telefonata notturna.

In Cadore, già da oggi, è atteso anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. Che dovrà fare il punto della situazione con «il capo» anche sulla questione dell'Iva. Mentre Calderoli, alla vigilia di Ferragosto, aveva spiegato che modifiche alla manovra sono possibili a saldi invariati, suggerendo un aumento dell'Iva per ridurre la pressione fiscale in modo da rilanciare i consumi, ieri notte Bossi ha detto quasi l'opposto: «Stiamo attenti - ha detto, conversando con i giornalisti all'hotel Mirella di Ponte di Legno - Trattiamo per vedere se c'è qualcosa di meglio. Stiamo attenti che aumenta tutta la roba. E a quel punto il governo è nei pasticci perché è un governo che taglia le pensioni e aumenta i prezzi». «Non so se quella roba lì serve a un rilancio dell'economia - ha aggiunto - Quando vedo Tremonti ne parleremo meglio».

Bossi ha anche rispolverato la suggestiva ipotesi di un intervento sul Tfr per dare ai lavoratori una «doppia busta paga». «Avrete una bella sorpresa fra poco, una grande sorpresa - ha detto dal palco - Il Tfr in busta paga, prima che scompaia anche quello. Come avere due stipendi. L'ha pensato Tremonti, che quando va a casa sua c'è sua moglie che gli rompe le balle: Guarda che qui c'è la gente sempre più povera. Devi fare qualcosa. E qualcosa ha trovato». Poi, in nottata, conversando con i giornalisti, l'attestato di fiducia al ministro dell'Economia: «Tremonti finito a settembre? E' miopia. Non hai capito un c. Tremonti non salta». Ma su che cosa voterà per l'arresto di Marco Milanese, l'ex collaboratore di Tremonti sotto inchiesta, non ha voluto rispondere.

Bossi ha rassicurato anche Berlusconi sulla tenuta del governo fino alla scadenza del 2013. «Non pensiamo alle elezioni. Se dicessi qualcosa parlerebbero tutti per quindici giorni di elezioni e spaventerebbero la gente. Noi andiamo alle elezioni quando gli alleati sono d'accordo».