Oggi la manovra in Senato, dal 22 inizia l'esame in Commissione
Il Governo ha aperto alle modifiche del testo. Il Pd presenta una controproposta
ROMA - La manovra finanziaria viene incardinata al Senato a partire da oggi. Il presidente Renato Schifani ha convocato l'assemblea per il pomeriggio alle 16,30, per la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Successivamente, il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama che inizieranno l'esame del ddl a partire da lunedì 22 agosto.
Intanto il governo ha aperto alle modifiche del testo approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri. Prima diversi ministri di primo piano - Calderoli, Sacconi, La Russa - poi Silvio Berlusconi in persona non hanno escluso ritocchi precisando, però, che i saldi sono invariabili. Da Porto Rotondo, in Sardegna, dove ha trascorso qualche giorno di vacanza, il premier ha sottolineato che i saldi sono «intoccabili» ma ha assicurato che la maggioranza è pronta a «miglioramenti» durante il dibattito parlamentare senza «distinzioni» della parte politiche che li proporrà.
L'apertura di Berlusconi era stata preannunciata a cavallo di Ferragosto da diversi ministri. «Tutto si può rivedere ma a saldi invariati. E senza smontare il testo, altrimenti rischiamo il default», ha detto Calderoli. «Se si tratta di migliorarla sì, se si tratta di trasformarla no. Le proposte migliorative devono comunque essere a saldi invariati», gli ha fatto eco Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore del Pdl. In Parlamento per il titolare dello Sviluppo economico Paolo Romani, «si verificherà quali possano essere altri meccanismi di reperimento risorse, a esempio l'aumento dell'Iva dell'1%». Quanto al cosiddetto contributo di solidarietà, «siamo aperti alla discussione, ma la sinistra non cerchi di sostituire tagli con tasse, bensì tasse con tagli ulteriori della spesa pubblica», ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Nel merito, Berlusconi ha escluso sia l'abolizione del super-contributo, sia un aumento dell'Iva. L'opposizione, intanto, ha continuato a criticare il testo. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha detto: «Prima di arrivare in Parlamento voglio confrontarmi con le forze sociali e con i partiti di opposizione. Sono pronto a recepire suggerimenti». Il Pd, intanto, ha avanzato un proprio testo alternativo di misure anti-crisi in sette punti, a partire da «un prelievo straordinario una tantum sull'ammontare dei capitali esportati illegalmente e scudati». Per Pier Ferdinando Casini la manovra è «invotabile», ma «per arrivare a un voto diverso dal no, che potrebbe essere solo l'astensione, ci deve essere un sostanziale cambiamento». Contrari anche i finiani di Fli che ritengono che si debbano tagliare ulteriormente i costi della politica e si debba rimodulare l'età pensionistica e «nell'immediato si può chiedere un contributo ma solo dopo una riforma strutturale per colpire gli evasori».