19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
La settimana del Governo

Nodi missioni e rifiuti. Berlusconi tra Lega e Colle

Il Carroccio alza ancora la voce. Mercoledì Consiglio supremo di Difesa

ROMA - Il varo della manovra e la nomina di Angelino Alfano a segretario politico del Pdl saranno pure alle spalle. Ma quella che si apre domani non sarà certo una settimana più «light» di quella appena trascorsa per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Il provvedimento di finanza pubblica, per cominciare. Al Quirinale, come ha riferito oggi una nota, non è ancora arrivato. Il fatto, però, è che appena filtra una nuova indiscrezione, come accaduto per il blocco della rivalutazione delle pensioni, parte una levata di scudi. E non solo da opposizioni e sindacati, ma pure dalla Lega.

E fosse l'unico fronte aperto dal Carroccio all'interno della maggioranza. Almeno altri due nodi verranno al pettine già questa settimana: rifiuti e missioni all'estero. Due temi sui quali, tra l'altro, Umberto Bossi non si è fatto remore di puntare il dito contro il Colle più alto. Sulla vicenda «monnezza» infatti per il senatur, Giorgio Napolitano, che aveva definito inadeguato l'ultimo decreto del governo, fa «concorrenza sleale» e «dice che bisogna fare di più solo perché lui è napoletano».

Ma ancora più urgente rischia di essere la questione delle missioni all'estero: presto bisognerà votare il decreto di rifinanziamento ma già mercoledì si riunirà il Consiglio supremo di difesa, organismo nel quale siede, tra gli altri, anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Le parole pronunciate da Umberto Bossi non rendono lo svolgimento della 'pratica' così semplice. «Basta fare guerre e sprecare i soldi, costano troppo. Le guerre - ha detto il ministro delle Riforme nel giorno della morte del caporal maggiore Tuccillo - finiscono sempre quando finiscono i soldi e i soldi sono finiti». Anche su questo punto la posizione di Napolitano, nota da tempo e spesso ribadita, è che l'Italia debba dare seguito a un puntuale adempimento degli impegni e delle scadenze internazionali.

Ancora una volta Silvio Berlusconi dovrà dunque provare a mediare tra la ragion di Stato, gli obblighi del governo, e le richieste dell'alleato 'imprescindibile' che dopo Pontida continua ad alzare la voce. Sui rifiuti, poi, c'è da tener conto anche del pressing del parlamentari campani perché il decreto venga migliorato e il premier sa bene che la promessa di un piano strutturale da realizzare in un anno e mezzo, non è cosa facile da realizzare.

Il rischio è un logoramento continuo del governo e di chi lo guida, e se finora Silvio Berlusconi era convinto di poter sistemare sempre tutto con 'l'amico Umberto', adesso teme che le manovre per il dopo in corso anche nel Carroccio, e una certa stanchezza del leader, possano rendere tutto più difficile. Anche se il Cavaliere ha affidato ad Angelino Alfano il compito di tessere la tela con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni.