30 luglio 2025
Aggiornato 22:00
La richiesta aveva preceduto il primo turno delle amministrative

Verifica ancora congelata, ora non «conviene» a nessuno

Più probabile dopo il referendum. L'Opposizione spera in una «svolta» dalle urne

ROMA - La richiesta aveva preceduto il primo turno delle elezioni amministrative: Giorgio Napolitano, il 6 maggio, aveva chiesto al premier, d'accordo con i presidenti delle Camere, di palesare in aula l'esistenza di una maggioranza diversa rispetto a quella vincitrice delle elezioni del 2008. Non un voto di fiducia, ma un passaggio parlamentare, a scelta dei tre soggetti in questione, per 'ratificare' una situazione nuova. Poi la 'valanga' elezioni, le fibrillazioni nella Lega, i ballottaggi in due città che il centrodestra rischia di perdere, come Milano, o di non conquistare contrariamente ai pronostici come Napoli. Infine il referendum. Morale: nè alla Camera nè al Senato le capigruppo hanno provveduto a calendarizzare la 'verifica'.

E pare che, al momento, la questione non sia nell'aria. Certo, tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, ribadiscono che adempiere alle richieste del Quirinale è «legittimo e sacrosanto» ma lo slittamento dei tempi suggerisce valutazioni di ordine politico. «Il tema - spiega un dirigente di primo piano di uno dei partiti all'opposizione - non è all'ordine del giorno, nessuno la solleverà: se, come pare, lunedì sera il centrodestra uscirà sconfitto ai ballottaggi, chiedere un passaggio parlamentare oscurerebbe una sconfitta politica della maggioranza con una vittoria numerica. Perché non dobbiamo dimenticare che Berlusconi in aula i numeri ce li ha».

Riassetto della Maggioranza - Altri, in primis tra i democratici, confermano la volontà «di tenere l'attenzione su quello che si muove nel paese: sul risultato finale delle amministrative e con ogni probabilità anche sul referendum che potrebbe essere una conferma della batosta che il centrodestra prenderà alle amministrative». Da parte sua il Pdl, sotto il fuoco incrociato dei timori sull'esito del voto e delle tensioni con la Lega, per ora pare concentrato sul riassetto della maggioranza 'scossa' da troppe polemiche.
A ogni modo, se e quando sarà (il caso 'verifica' potrebbe tornare alla ribalta se il numero dei sottosegretari, come già annunciato da Berlusconi, dovesse crescere ancora), il percorso nelle intenzioni della maggioranza dovrebbe iniziare dal Senato. La capigruppo della scorsa settimana ha rinviato la scelta di una data e la prossima conferenza dovrebbe essere martedì con un tema che, però, secondo le affermazioni stesse del presidente del Senato, avrà la priorità: la calendarizzazione del ddl anticorruzione che dovrebbe finire in aula a Palazzo Madama il 7 giugno. Probabile, quindi, che tutto slitti a dopo i referendum del 12 e 13 giugno.