3 maggio 2024
Aggiornato 04:00
Rischio debacle per il Governo

Per Pdl e Berlusconi in cantiere il «piano B»

I vertici del partito avrebbero ragionato anche di Berlusconi bis e cambi

ROMA - Si salvi chi può. Sembrano all'insegna di questa massima le tensioni e i posizionamenti interni al Pdl, un partito che attende i ballottaggi di domenica e lunedì conscio delle difficoltà delle sfide e incerto sul futuro. Silvio Berlusconi, intanto, dopo la puntata di Porta a Porta dovrebbe concedersi domani sera a Napoli per un comizio - l'unico nelle ultime due settimane - durante il quale canterà Gigi D'Alessio e si esibiranno alcuni calciatori del Napoli.

Ma è già del martedì elettorale che si ragiona a via dell'Umiltà. I sondaggi interni non sembrano indicare l'auspicata rimonta e negli ultimi giorni si sono susseguite tante riunioni di partito. Il Cavaliere, dal canto suo, è in costante contatto con alcuni fra i più fidati dirigenti del Pdl, con un unico obiettivo: come affrontare l'eventuale onda d'urto di una sconfitta elettorale.

L'analisi è in divenire e tutto dipenderà anche dai risultati e da quanto saranno negativi, ma nelle ultime ore Berlusconi e i massimi dirigenti pidiellini hanno anche valutato lo scenario peggiore, quello di una sconfitta così accentuata da mettere a repentaglio la stessa tenuta dell'esecutivo. Nelle conversazioni riservate - riferiscono fonti qualificate - sarebbe stato anche valutato il piano B, che comprenderebbe un Berlusconi bis (dopo le resistenze che hanno preceduto il 14 dicembre) e una contestuale modifica degli assetti del Pdl e dei gruppi parlamentari, accompagnato dal varo di un paio di riforme capaci di lasciare il segno. Anche se, riferiscono diverse fonti, Berlusconi avrebbe avuto modo di ribadire alcuni dei dubbi espressi già in passato di fronte alla tentazione di rivoluzionare radicalmente il quadro.

Il Pdl, soprattutto l'ala malpancista, ragiona intanto di possibili interventi strutturali sull'assetto del partito, al netto appunto di quelle rivoluzioni accarezzate dal premier. Dallo strumento delle primarie al ragionamento sulla legge elettorale, fino ai congressi locali, è un fiorire di richieste, lettere e dibattiti. Discussioni però che necessariamente dovranno fare i conti con l'esito elettorale. E con eventuali rivoluzioni promosse da Berlusconi.