19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Dopo cinque giorni di silenzio in pubblico

Berlusconi torna e dilaga in tv. Bersani: Vergogna

Il leader del Pd lo sfida ad un confronto diretto. Fini: «Lettieri invotabile»

ROMA - Dopo cinque giorni di silenzio in pubblico sul risultato delle amministrative e all'indomani dell'incontro con Umberto Bossi che ha rinviato a dopo il ballottaggio a Milano verifica e cambio di passo per alleanza Pdl-Lega e Governo, con corollario di «grande sorpresa che farà piacere ai milanesi presto presentata insieme da Berlusconi e Bossi» annunciata dal ministro leghista Roberto Calderoli, il premier Silvio Berlusconi è tornato in campagna elettorale. E lo ha fatto nel modo che gli è più congeniale: una pioggia di interviste a emittenti Mediaset, Rai e a tv locali, a partire da quelle lombarde e napoletane.

«Io sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e come leader del Pdl», ha assicurato Berlusconi volendo smentire un proprio disimpegno personale dalla 'battaglia finale' meneghina al fianco di Letizia Moratti. «Tanti milanesi come me sono rimasti turbati dalla visione di quelle bandiere rosse con la falce e il martello dei centri sociali che sono dilagate nelle nostre strade e nelle nostre piazze per festeggiare i risultati del primo turno. Credo davvero che siano la maggioranza dei milanesi - ha tuonato dai teleschermi- quelli che non vogliono che la loro Milano sia consegnata alla estrema sinistra. Sono intimamente sicuro che i milanesi con il loro voto consentiranno alla nostra Milano di continuare a crescere come metropoli europea più prospera, più bella, più sicura, come ha fatto in questi anni con Albertini e la Moratti».

Con strali anche su Luigi De Magistris, candidato Idv al ballottaggio di Napoli che il centrosinistra tornato unito ora sostiene contro l'uomo di Berlusconi Gianni Lettieri. «E' una semplice copertura - ha detto il Premier di De Magistris- chiamata a coprire il vecchio sistema di potere» mentre «il nostro candidato risolverà il problema del dramma dei rifiuti per sempre, la soluzione sta nella raccolta differenziata e i termovalorizzatori che a sinistra rifiutano:è ancora la vecchia cultura che ha bloccato tutto, noi vogliamo che Napoli torni a essere una capitale europea e una città accogliente, vivibile, sicura e dove i giovani possano trovare lavoro per ricostruire il loro futuro».

Contro quella che hanno definito «la nuova occupazione manu militari» delle tv da parte di Berlusconi, hanno tuonato le opposizioni, Pd in testa. Per domani è stato indetto un sit-in di protesta davanti alla sede dell'Agcom contro la decisione dell'Autorità di riunirsi solo mercoledì prossimo per discutere gli esposti sulla violazione della par condicio in campagna elettorale. «L'invasione delle tv che Berlusconi ha in mente - ha denunciato Pierluigi Bersani- è una vergogna inaccettabile a cui ci opporremo in ogni modo: non intendiamo dare alibi a trasmissioni e testate televisive varie che si piegano alle esigenze del capo. Se Berlusconi vuole discutere delle elezioni venga a fare un confronto televisivo con me. Io sono disponibilissimo. Venga a Ballarò martedì prossimo e facciamo un bel confronto televisivo, ma non può invadere, mettere la faccia quando vuole lui nei telegiornali di questo paese». Gli ha fatto eco Bersani: «E' la disperazione di chi è rimasto assediato nel bunker e non ha più contatto con il Paese reale».

In campagna elettorale è tornato far sentire la sua voce, più da leder di Fli che da presidente della Camera, Gianfranco Fini. Prima partecipando all'assemblea del suo partito che, senza il voto di Ronchi e Urso che hanno lasciato la riunione senza votare, ha ratificato la decisione del terzo polo di non schierarsi ai ballottaggi. E poi tornando ad attaccare frontalmente Berlusconi. E anche il suo candidato al secondo turno a Napoli, Gianni Lettieri.
«Possibile - ha detto Fini sull'effetto del risultato del primo turno elettorale rispetto al Governo - che a via del Plebiscito non ci sia qualcuno che si accorga che il superamento del berlusconismo che non è accaduto per via parlamentare sta accadendo per via elettorale:con le elezioni amministrative» è stato dato un preannuncio di sfratto», al Premier. Quanto ai ballottaggi, pur rispettando la scelta di non schierarsi, ««E' del tutto evidente che è difficile dire a un napoletano di votare uno - ha detto Fini del candidato del Pdl a Napoli Gianni Lettieri - dietro cui c'è l'ombra di Cosentino...». Mentre a Milano «Pisapia ha raccolto tanti voti moderati di gente che non si riconosce in una politica fatta sempre e solo con la bava alla bocca» perchè «l'estremismo genera estremismo» e «all'estremismo del Pdl e della Lega la risposta è stata l'estremismo della sinistra radicale e del qualunquismo antipolitico di Grillo». Per questo «non mi sono meravigliato del risultato di Milano dove sono aumentati i movimenti radicali: ».