Vendola, da Milano a Reggio alleato e rivale del Pd
Alleanze a macchia di leopardo, test decisivo è quello di Pisapia
ROMA - Osteggiato perché «gay» da un imam islamico ultraconservatore, rifiutato come alleato dai centristi Rutelli e Casini perché «troppo radicale», temuto dal Pd per la sua campagna a favore delle primarie, Nichi Vendola si gioca molto alle elezioni amministrative. Il presidente della Regione Puglia, leader di Sinistra ecologia e libertà, nel recente tour a Bologna, Milano e nel Nordest ha testato la sua capacità di superare i confini meridionali. Risultato: «Piazze stracolme» dicono a Sinistra e libertà.
Certo, Sel non ha grandi aspettative sui voti di lista, ma ha già moltiplicato la sua influenza inserendosi con successo nel meccanismo delle primarie: dove si sono svolte, i candidati di Vendola hanno ottenuto candidature importanti, a partire da Milano, dove Giuliano Pisapia alimenta addirittura nel centrodestra i timori di una sconfitta storica che potrebbe mettere fine all'era Berlusconi.
Figlio ribelle del dalemismo, Vendola ha assorbito dal suo maestro-rivale una sottile abilità nei giochi di alleanze. La collocazione a macchia di leopardo di Sel nelle amministrative riflette questa impostazione: se a Milano, a Cagliari con il giovane Massimo Zedda (ma anche a Iglesias e ad Assisi) si gioca molto con un 'suo' candidato, dove il centrosinistra è unito sostiene il candidato comune; a Siena, a Crotone, a Savona, alla provincia di Lucca. A Bologna Vendola si è allineato al vincitore delle primarie Virginio Merola, a Napoli nella sfida Pd-Idv ha scelto Mario Morcone, uno dei più deboli fra i candidati messi in campo dal Pd. A Salerno Sel si è schierata con il potente e discusso sindaco uscente del Pd Vincenzo De Luca, ma in molte città dove i Democratici hanno detto no alle primarie non ha esitato a sfidare il principale alleato. A Pordenone c'è un candidato Idv-Sel, lo stesso accade a Rovigo con l'ex dirigente Cgil Giovanni Nalin, contrapposto a Gabriele Frigato (ex Dc e Margherita) e a Grosseto, dove il Pd ha stretto un'alleanza con l'Udc mentre Sel sta con i Verdi; e ancora a Reggio Calabria, dove il Pd va con Rifondazione e Sel è alleata di Idv e Pdci, a Cosenza dove la sfida a sinistra è Sel-Idv-Verdi contro Pd-Api e socialisti.
La scommessa di Vendola è dimostrare che il Pd non può fare a meno di un alleato a sinistra: «Non bisogna avere paura - ama ripetere il leader pugliese - del fatto che ci sia una sinistra in Italia». L'obiettivo non è una rottura a sinistra, come in anni non lontani, quando era uno dei colonnelli di Bertinotti. Oggi il compromesso è sempre dietro l'angolo, come lo stesso leader pugliese ha notato parlando ad Arezzo: «Se qualcuno dieci anni fa mi avesse detto che mi sarei trovato sullo stesso palco con Walter Veltroni, per sostenere un candidato di nome Fanfani, lo avrei preso per pazzo...».
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