27 agosto 2025
Aggiornato 21:00
Su Mameli bufera in Regione Lombardia

In Aula suona l'inno, i consiglieri della Lega escono

La Padania attacca: «Loro festeggiano, noi paghiamo». Il Pd replica: «Se non sono italiani restituiscano lo stipendio»

MILANO - Mentre in aula veniva suonato l'Inno di Mameli l'unico esponente del Carroccio presente è stato il presidente dell'assemblea, Davide Boni, con fazzoletto e cravatta verde che ha assistito all'esecuzione con lo sguardo rivolto verso il pavimento, ma in piedi.
Come annunciato i consiglieri regionali della Lega nord in Lombardia hanno disertato l'aula consigliare durante l'esecuzione dell'Inno nazionale prevista all'inizio di ogni seduta da una legge regionale di recente approvazione.

DUE CONSIGLIERI DEL PDL CONTESTANO CON IL TRICOLORE NEL TASCHINO - Un paio di consiglieri del Pdl, Romano La Russa e Doriano Riparbelli, indossavano un vistoso fazzoletto tricolore inserito nel taschino della giacca così come i rappresentanti dell'Idv. I consiglieri del Pd avevano invece una coccarda tricolore appuntata sul bordo della giacca.

LA PADANIA: IN LOMBARDIA NON C’E’ NIENTE DA FESTEGGIARE - Attacco della Padania alle celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia: «Il Nord paga più di tutta Europa, il resto d'Italia festeggia», è il titolo di prima pagina dell'edizione di oggi accompagnato da un articolo del vicegovernatore leghista della Lombardia Andrea Gibelli che questa mattina ha disertato il momento dell'intonazione dell'Inno di Mameli prima del Consiglio regionale.
Il quotidiano del Carroccio dedica le pagine 2 e 3 al tema denunciando: «Loro festeggiano...e noi paghiamo» in un articolo in cui viene riproposto uno storico manifesto leghista che recitava «Paga e taci, somaro lombardo, per te è già pronta l'accusa di razzismo» e l'interrogativo: «Ma che cosa ci sarà da festeggiare in Lombardia?».

IL PD: IL PARTITO DI BOSSI INDEGNO DELE ISTITUZIONI CHE RAPPRESENTA - «Chi non riconosce lo Stato che governa - afferma in una nota Alessandro Maran, vicepresidente dei deputati del Pd - dovrebbe trarne le conseguenze. Non si può essere ministri, governatori, sindaci, assessori, consiglieri di un esecutivo nazionale, di una regione, di una provincia e di una città se non si approva l'ordinamento dal quale queste articolazioni discendono. E così oggi, dal titolo della Padania al comportamento dei consiglieri della Lega durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli in apertura dei lavori del consiglio regionale lombardo, il partito di Bossi ha dimostrato di essere indegno delle istituzioni che occupa».

IL FEDERALISMO NON E’ UN ALTRO STATO - «I leghisti eletti in Lombardia che oggi hanno preferito uscire dall'aula del consiglio del Pirellone (soltanto il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, che tuttavia vestiva cravatta e fazzoletto verde, ha seguito l'esecuzione dell'Inno a braccia conserte e a testa bassa) - sottolinea Maran - dovrebbero mettersi d'accordo con loro stessi e ricordare che il federalismo, il regionalismo non sono un altro stato, ma tecniche di governo per avvicinare le istituzioni ai cittadini».

BONI (LEGA): PECCATO NON HO POTUTO BERE IL CAPPUCCINO CON I MIEI COMPAGNI - Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, era l'unico esponente del Carroccio presente stamani nell'Aula.
«Purtroppo non ho potuto bere il cappuccino con gli altri del mio gruppo – ha affermato Boni, che ha poi aggiunto - Ero in Aula perché sono il presidente di tutti, ma idealmente non l'ho sentito. L'ho vista come una grossa azione demagogica, come se i problemi dei cittadini lombardi si risolvessero con tutta questa enfasi. Oggi il Paese chiede più sobrietà e non autocelebrazioni di sepolcri imbiancati».

ORLANDO (IDV) IL PLURIBOCCIATO «TROTA» STUDI LE PAROLE DELL’INNO - «E' gravissimo che i consiglieri regionali lombardi della Lega siano usciti oggi durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. E' un vero e proprio schiaffo al Paese. Se non si sentono italiani si dimettano e rifiutino il lauto stipendio che gli arriva puntuale a fine mese». E' quanto afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge:» Almeno per una volta il pluribocciato 'Trota', in arte Renzo Bossi, studi e impari le parole dell'inno, visto che ha affermato di non conoscerle, o vada in fabbrica o in altri luoghi a lui più adatti a guadagnarsi da vivere, come fanno tutti i suoi coetanei che non sono figli del senatur».