De Magistris scalda la platea: Sono il vostro strumento
Il candidato sindaco dell'IdV: «Non un leader, ma chi vuole per la città una rivoluzione pacifica. Lettieri candidato centrodestra? Espressione dei soliti sistemi»
NAPOLI - Luigi de Magistris è convinto di «vincere» la sfida per amministrare Palazzo San Giacomo e, nella sua prima assemblea pubblica come candidato alla poltrona di sindaco a Napoli, appassiona i suoi sostenitori chiedendo di essere considerato «non un leader, ma uno strumento per chi ha meno possibilità di me». Una platea trasversale, quella che lo applaude al cinema Modernissimo, nel centro storico della città: dal musicista Enzo Avitabile, al mecenate dell'Istituto italiano studi filosofici, Gerardo Marotta, all'avvocato delle donne e delle battaglie civili, Elena Coccia, professori universitari, ex detenuti divenuti punto di riferimento per le forze sociali, esponenti dei Verdi e di Rifondazione comunista fino ad Antonio Musella, rappresentante dei Centri sociali.
«Chiedo a tutti di darmi una mano, non solo per votarmi, ma per realizzare questo sogno e per partecipare con me a questo cambiamento, a questa rivoluzione pacifica - dice l'ex pm oggi europarlamentare di Idv dal palco rivolgendosi a una folta platea che riempie anche gli spazi in piedi della sala - il concetto di squadra è fondamentale e la mia deve essere aperta a tutte le forze della società civile. Stilerò un programma, che sarà pronto nelle grandi linee già la prossima settimana, che viene dal basso ascoltando le vostre esigenze perché non si fa alcuna operazione sul territorio se le comunità locali sono contrarie».
No all'inceneritore in città - Incassa così applausi de Magistris soprattutto quando annuncia di voler sostenere, fino in fondo, la battaglia per l'acqua pubblica e il 'no' alla costruzione dell'inceneritore in città. «Quando sarò sindaco - attacca - abolirò l'assessorato alla Legalità perché dobbiamo parlare di diritti e di giustizia e non di leggi che si fanno ad personam. Il sindaco e la sua giunta, di per sé, devono rappresentare la legalità». «Bisogna spezzare i legami tra la criminalità organizzata, le cricche e l'economia di questa città - aggiunge - dando lavoro, ma non come merce di scambio per un voto, ma come diritto sancito dall'articolo primo della nostra Costituzione».
Spiegando le ragioni della sua decisione di accettare questa sfida, de Magistris parla della spinta che gli è arrivata da sostenitori, amici, familiari e compagni di partito: è stata una «molla di cuore e di passione» a fargli dire di sì, come in «una storia d'amore molto complicata», ma le «scelte difficili sono le più belle». «Oggi si è consolidato un entusiasmo. La mia battaglia sarà tutta in salita, ma bisogna mettere le energie in movimento e - preannuncia - sento che vinceremo».
De Magistris vuole fare leva sulla «bellezza del vivere» e sulla «gioia» puntando su una campagna elettorale tra la gente. «A Napoli c'è un'indignazione che deve scomparire così come la rassegnazione. Napoli deve essere una città sicura e aperta -immagina - Non sarò un sindaco sceriffo, ma utilizzerò gli strumenti in mio possesso per fare meglio e per rendere Napoli senza paura». La questione Bagnoli, «la più grande occasione persa per la città» e la cultura saranno uno dei suoi cavalli di battaglia. «Napoli deve uscire da questa depressione esistenziale» e la cultura «deve rappresentare una riscossa, ma anche un modo per mettere in moto l'economia».
Lo sfidante - Su un punto, però, l'europarlamentare Idv incassa l'apprezzamento maggiore dal suo pubblico: «Sono contento se sarà Gianni Lettieri il candidato del centrodestra. Vuol dire - spiega - che da una parte ci sarà chi difende la giustizia, dall'altra i soliti sistemi. Se Lettieri è stato presentato a Berlusconi da Cosentino, che la magistratura indica come referente politico dei Casalesi, - conclude - sarà una bella battaglia elettorale».
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