29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Scuola pubblica

Pezzotta: Le dichiarazioni di Berlusconi sono strumentali, non incanta

Il Deputato dell'UdC: «L'Opposizione non si limiti ai comunicati, serve un maggior coordinamento»

ROMA - «Le dichiarazioni del presidente del Consiglio di questi giorni sulla scuola pubblica, sulla famiglia, sui gay sono chiaramente strumentali e fondamentalmente attraversate da non poca ipocrisia. Sono sicuramente offensive nei confronti degli insegnanti e mettono a nudo l'incapacità di pensare al futuro». Lo dichiara in una nota Savino Pezzotta dell'Udc.

«Le difficoltà che la nostra economia sta attraversando - aggiunge - evidenziano l'esigenza di stimolare un cambio di paradigma tecnologico per affrontare i temi della competitività e del consumo di energia che l'aumento del prezzo del petrolio accentuerà. Per andare su questa strada serve una risorsa umana preparata e pertanto una scuola pubblica all'altezza della sfida».

«Le esternazioni del presidente del Consiglio - sottolinea Pezzotta - evidenziano più di qualsiasi discorso che le sue vere preoccupazioni riguardano ben altre questioni che con la libertà di insegnamento e la famiglia c'entrano come i 'cavoli a merenda' e che servono solo per cercare di recuperare dei consensi che in una parte del mondo cattolico ha perso. La strumentalità delle sue dichiarazioni è troppo evidente perché possa trarre in inganno. E' chiaro ormai qual è l'unica sua preoccupazione: garantire il suo futuro e questo gli fa dimenticare che il suo dovere è quello di curarsi di quello degli italiani, dei giovani. Per favore non si faccia paladino della famiglia,dopo che in tanti anni di Governo ha fatto poco o nulla».

«Le dichiarazioni violente di questi giorni - insiste Pezzotta - rilevano la volontà di Berlusconi di alimentare lo scontro politico per salvaguardare se stesso. A questa strategia distruttiva e lacerante occorre reagire, riproponendo un chiaro e preciso riferimento ai valori della Costituzione, alle virtù repubblicane e a uno stile di vita sobrio. Di fronte a questa pervicacia distruttiva le opposizioni non possono più limitarsi ai comunicati stampa, alle dichiarazioni sdegnate e contrarie o alle manifestazioni: devono iniziare a parlare al Paese, per questo diventa necessario che ci sia tra loro un maggior coordinamento. Bisogna cercare impedire che sia Berlusconi ad imporre l'agenda del dibattito politico. Le autoreferenzialità di cui si alimentano le opposizioni oggi non servono a nulla».