Il giorno del disgelo, Fini «corteggia» Urso e vede Ronchi
Tregua interna rispetto al rischio di un'ulteriore scissione. Al primo offerto un ruolo nel «Polo», il secondo chiede una linea «moderata»
ROMA - Giornata di incontri e mediazioni, per Gianfranco Fini. E alla fine, il leader di Fli incassa (almeno per ora), una tregua interna rispetto al rischio di un'ulteriore scissione dell'ala moderata del partito. Prima tappa il faccia a faccia con Gianfranco Fini, risolto con un «chiarimento» dopo settimane di gelo e silenzi. Un disgelo che ha interessato anche Adolfo Urso, al quale il Presidente della Camera ha offerto un incarico nel nascente coordinamento del Terzo Polo.
Proprio Urso, al cui destino appare legato anche il coordinatore siciliano Pippo Scalia, aveva in mattinata dato il via libera a Benedetto Della Vedova nel ruolo di capogruppo a Montecitorio, dopo settimane di tensioni. C'è ora da vedere se l'ex viceministro accetterà l'incarico di coordinatore (o portavoce) del nascente Polo della nazione. L'alternativa, sembra, è una permanenza in Fli vissuta soprattutto da guida di FareFuturo. A lui si sarebbe anche riavvicinato in queste ore il senatore ex Fli Saia, anche se difficilmente tornerà si suoi passi rientrando nel gruppo di Palazzo Madama.
Diverso il discorso di Ronchi. Chi lo conosce spiega che non si tratta di un questione di incarichi, non essendo l'ex ministro «interessato a poltrone dentro o fuori Fli». Il suo obiettivo è incidere sulla linea politica del partito, visto che non è un mistero che il deputato lavori alla costruzione di un soggetto politico capace di incarnare un nuovo centrodestra. E pronto, nel caso, anche a sostenere i provvedimenti del Governo qualora si rivelino condivisibili, senza pregiudizi.