18 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Futuro e Libertà

Finiani divisi nel voto su milleproroghe, gruppo a rischio

Viespoli annuncia il no a fiducia, ma 1 si astiene e 5 non votano. Fli ha 10 senatori, il numero minimo per la formazione del gruppo

ROMA - Nonostante la mediazione di ieri, con le dimissioni e l'immediata rielezione di Pasquale Viespoli alla presidenza dei senatori finiani come «garante della collocazione nel centrodestra» (parole sue), il gruppo di Futuro e Libertà non ha tenuto alla prima prova di un voto. Viespoli in aula ha annunciato il voto contrario alla fiducia sul Milleproroghe, ma con lui hanno detto no solo Maurizio Saia, Mario Baldassarri e Giuseppe Valditara. Francesco Pontone, l'ex tesoriere di An, si è astenuto. Tutti gli altri non hanno partecipato al voto. Se anche uno solo di quelli che non hanno seguito le indicazioni di Viespoli dovesse rifluire in maggioranza o iscriversi al gruppo misto, per Fini sarebbe un colpo molto pesante, dal momento che Fli ha 10 senatori, il numero minimo per la formazione del gruppo.

Viespoli ha argomentato il no di Fli criticando la «ricerca continua della conta parlamentare», e chiedendo «una grande proposta politico-istituzionale» per «indicare al Paese una prospettiva». In assenza della quale il Governo dovrebbe «prendere atto del fallimento di un'esperienza» e andare alle elezioni. In dissenso dal gruppo, Giuseppe Menardi ha ribattuto che il Milleproroghe è un provvedimento «urgente» ed ha ammonito sulla necessità di «guardare all'interesse nazionale».

Anche Maria Ida Germontani non ha partecipato al voto, ma si dichiara «in linea con Gianfranco Fini» e precisa che il suo atteggiamento è dovuto al contenuto del provvedimento. «Noi - ha spiegato ai cronisti - restiamo all'opposizione ma una opposizione non pregiudiziale, non siamo sulle posizioni del Pd. Io non potevo votare contro, pur non condividendo l'impianto politico che ancora una volta dimostra il tipo di scambio che c'è fra Pdl e Lega ('io ti voto le quote latte e tu mi tieni in piedi il Governo'). Questo perché nel Milleproroghe è entrato il tema della tassazione dei fondi, che è una mia antica battaglia». Quanto ai suoi colleghi, «certamente - osserva la senatrice finiana - qualcuno di loro ha voluto esplicitamente differenziarsi dal gruppo, nonostante tutta la fatica che abbiamo fatto ieri per tenere insieme tutte le posizioni... Ma sul perché dovreste chiedere a loro».