19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Scuola

Bocciate le «classi-pollaio», Tar mette in mora il Ministero

Prima class action contro la Pubblica Amministrazione, Codacons: «Danni fino a 2.500 euro»

ROMA - Il Tar del Lazio boccia le «classi-pollaio», quelle aule scolastiche nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge, e intima al Ministero dell'Istruzione e dell'Economia di presentare entro 120 giorni di tempo un piano generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica in grado di rendere sicure le aule scolastiche per evitare il formarsi di classi da 35 o 40 alunni ciascuna.

Il Tribunale amministrativo ha infatti accolto la prima class action italiana contro la pubblica amministrazione, presentata dal Codacons con un'azione collettiva dei consumatori. Nel chiedere un pronunciamento dei giudici, il comitato aveva denunciato con un elenco depositato al Tar diverse 'classi-pollaio' nelle scuole italiane. Nel pronunciamento il Tar ha spiegato che «il piano generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica», previsto dalla legge, «non è stato ancora adottato» e che bisogna presto intervenire «per garantire la vivibilità degli ambienti delle scuole inidonee ad ospitare classi più numerose di quelle pregresse, nelle more di una loro necessaria riqualificazione a mezzo del piano».

«Se il ministro Gelmini non interverrà entro i 120 giorni per emettere il piano - dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi - saremo costretti a chiedere la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al ministro e ottemperi a quanto disposto dal Tar. Grazie a questa sentenza, inoltre, docenti e famiglie i cui figli sono stati costretti a studiare in aule pollaio, potranno chiedere un risarcimento fino a 2.500 euro in relazione al danno esistenziale subito». Con la sentenza il Tar ha anche di fatto ritenuto immediatamente applicabile la legge sulla class action contro le amministrazioni pubbliche, «sgombrando il campo dai dubbi circa l'immediata vigenza ed obbligatorietà delle norme».