27 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Rapporto Istat «Noi Italia 2011»

Scuola, l'Italia arranca rispetto all'Europa

Un recupero con Pisa. Poca spesa in istruzione, titoli di studio più bassi

ROMA - Dall'incidenza dell'istruzione sul Pil al titolo di studio conseguito più elevato, dai giovani con licenza media che non continuano a studiare alla partecipazione al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione: in fatto di risultati nel settore istruzione l'Italia è sistematicamente indietro rispetto alle medie dell'Ue a 27 ed è anche lontana dal raggiungere gli obiettivi comuni. Lo dice l'Istat nel rapporto «Noi Italia 2011» presentato oggi.

In Italia, spiega il dossier nello specifico, l'incidenza sul Pil della spesa in istruzione e formazione è pari al 4,6% (2008), valore inferiore a quello dell'Ue 27 (5,2%). Circa il 46% della popolazione in età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato soltanto la licenza di scuola media inferiore, valore che - nel contesto europeo - colloca il nostro Paese distante dalla media Ue27 (27,9% nel 2009).

I dati relativi al 2009 sul livello delle competenze, derivati dall'indagine Pisa promossa dall'Ocse, mettono in luce un recupero rispetto al 2006 dello svantaggio degli studenti 15enni italiani in tutte le «literacy» considerate, con punteggio nelle rispettive scale di valutazione pari a quello medio Ue in lettura, superiore di 9 punti in matematica e inferiore di 8 punti in scienze.

La quota di giovani (18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo superiore, è pari al 19,2% e colloca il nostro Paese in una delle posizioni peggiori nella graduatoria Ue27 (media 14,4% nel 2009).