Licenziato per 5 euro, giovane si suicida a Ragusa
Il fatto reso noto dalla Uil. «C'era ricorso al giudice del lavoro»
RAGUSA - Si è impiccato nella casa di campagna P.C., 30 anni, sposato e padre di un figlio nato da poco. L'uomo ha lasciato un biglietto indirizzato alla moglie in cui chiedeva scusa e spiegava i motivi del suo gesto. P.C. era stato licenziato qualche settimana fa da un supermercato di Ragusa dove lavorava come commesso per avere incassato alcuni buoni sconto da cinque euro. Un provvedimento ritenuto ingiusto, oltre che sproporzionato, che aveva fatto piombare il giovane commesso nella disperazione.
Il fatto è stato reso noto dalla Uil, il sindacato al quale la vittima si era rivolto dopo essere stato licenziato. Il segretario provinciale Giorgio Bandiera, secondo quanto riportato da diversi organi di stampa locale, ha spiegato: «Era un nostro iscritto, faceva parte del direttivo della Uiltucs, lo stavamo seguendo nella sua azione giudiziaria promossa per ottenere la revoca del licenziamento. Proprio ieri era stato predisposto, insieme al nostro legale, il ricorso al Giudice del Lavoro».
Il giovane, secondo quanto spiegato dal sindacato, era stato accusato di aver cambiato cinque buoni-sconto di un euro, ma lui aveva respinto ogni addebito e non riusciva a darsi pace per un licenziamento che riteneva ingiusto e illegittimo. Angelo Gulizia, segretario provinciale della Uiltucs, ha aggiunto: «Il dramma del lavoro ha fatto un'altra vittima. Togliersi la vita a trent'anni è una tragedia di cui non ci saremmo mai voluti, e dovuti, occupare».
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