18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Farnesina: «lievi danni aziende italiane, non mirati»

Via le gigantografie Ben Ali, blindati ancora in strada

In periferia ancora bruciano i simboli dello strapotere della moglie di Ben Ali. La popolazione è tornata a fare le provviste dopo lo sciopero di ieri

TUNISI - Il nuovo ordine regna sovrano a Tunisi, garantito da blindati, carri armati e filo spinato. In poche ore le gigantografie dell'ex presidente Ben Ali sono scomparse dai muri della città, senza clamore. Solo qualche negoziante ancora incerto sul futuro del paese continua a esporre i ritratti del padre padrone della Tunisia, che ora nessuno sembra mai avere veramente amato.

In periferia qualche centro commerciale continua a bruciare, è stato dato alle fiamme per distruggere il simbolo dello strapotere economico gestito dalla moglie dell'ex presidente e dalla sua famiglia Trabelsi. Qualche saccheggio è motivato dalle misere condizioni di vita dei quartieri popolari, ma alcuni incendi, riferiscono alcuni testimoni, sono stati appiccati da uomini ben vestiti arrivati a bordo di macchine noleggiate.

Dove non sono presenti le forze dell'ordine sono i cittadini che fanno la vigilanza al quartiere. La popolazione estremamente diffidente nei confronti della polizia, è invece più amichevole con i soldati che si sarebbero rifiutati di sparare sulla popolazione durante le manifestazioni. Intere famiglie, giovani e donne si fanno fotografare di fronte ai carri armati.

La popolazione è tornata a fare le provviste dopo lo sciopero di ieri. In centro non ci sono ancora negozi aperti, occorre andare ai mercati, nella periferia o alla medina, la città vecchia, per fare provviste. Davanti ad alcuni negozi ancora chiusi si forma la coda per il pane.
Ma a preoccupare il popolo tunisino non è più solo il cibo ma soprattutto la libertà e la giustizia. Molti ragazzi per strada pensano che la fuga di Ben Ali sia il primo passo, decisivo per alcuni, molto meno per altri. Mentre si raccolgono le macerie degli scontri dei giorni scorsi si ricomincia a sperare.

La Farnesina, tramite l'Ambasciata d'Italia a Tunisi e l'Unità di crisi, sta seguendo ininterrottamente l'evoluzione della situazione in Tunisia per assicurare la più efficace assistenza ai connazionali che si trovano in tale Paese sia in qualità di residenti che di viaggiatori temporanei.
Al momento, comunque, - si precisa dal Ministero degli Esteri - non si registrano danni a persone, nonostante i saccheggi si siano protratti per tutta la notte. «Si registrano invece danni a strutture di alcuni imprenditori italiani», come forzature di cancelli, incendi e furti, «in un contesto nel quale molte imprese, tunisine e straniere, hanno subito saccheggi ed atti di vandalismo».
La Farnesina ha chiesto alle autorità di sicurezza tunisine «ogni possibile protezione» per i connazionali che si trovano in Tunisia. Il ministro «segue da vicino in accordo con l'ambasciatore a Tunisi» anche la situazione dei circa 100 componenti di un circo che si trovano a Sfax per una tournée, 300 chilometri a sud di Tunisi.
Sul piano della diretta assistenza, l'Ambasciata a Tunisi ha in più occasioni attivato le forze dell' ordine per far fronte a specifiche criticità segnalate da connazionali. La Farnesina è inoltre in contatto con compagnie aeree e di navigazione per aggiornamenti sulla ripresa dei collegamenti. Lo spazio marittimo tunisino intanto è stato riaperto.