4 maggio 2024
Aggiornato 16:00
La crisi della Maggioranza

Giovedì summit Fini-Fli. Contatti con il «mediatore» Letta

Oggi breve incontro, forse un altro il 9. Un faccia a faccia durante il quale affrontare i nodi del centrodestra a pochi giorni dal baratro. Le «Colombe» vedono spiragli

ROMA - Si sono parlati, brevemente, oggi pomeriggio prima del concerto di Natale a Montecitorio. Si sono dati appuntamento a dopo l'Immacolata, forse già giovedì 9 per un faccia a faccia durante il quale affrontare i nodi del centrodestra a pochi giorni dal baratro. Sono Gianfranco Fini e Gianni Letta, obiettivi diversi ma un canale di comunicazione aperto, nonostante tutto. Il sottosegretario da tempo è al lavoro per una mediazione con il presidente della Camera. Fini non si sottrae, ma non arretra sulla richiesta di dimissioni del premier. E intanto il 14 si avvicina, con Silvio Berlusconi che continua a ripetere in pubblico e in privato che lui un passo indietro proprio non intende farlo.

Ieri sera due big di Fli e Pdl si sono parlati. Entrambi vantano un filo diretto con i rispettivi leader, entrambi hanno concordato sul fatto che arrivare al voto del 14 potrebbe significare elezioni anticipate. Ma entrambi hanno anche ammesso che per ora nessuno è intenzionato a fare un passo indietro e che molte delle speranze di una mediazione in extremis sono affidate a Letta. E' quello «spiraglio» che in Fli qualche moderato ancora invoca, indicando nel 9 dicembre la data di una possibile, prima svolta del «disgelo». Ma le informazioni restano contrastanti, soprattutto se è vero - come riferiscono -che nell'intervista registrata per stasera a Ballarò Fini non risparmierà duri affondi al presidente del Consiglio.

Il presidente della Camera, intanto, ragiona sulle strategie in vista del rush finale. Giovedì dovrebbe incontrare l'ufficio politico di Futuro e libertà, mentre oggi ha avuto un nuovo incontro con Pier Ferdinando Casini e Italo Tanoni. Era presente anche Maurizio Grassano, uno dei deputati in bilico in vista della fiducia. E anche nel corso di questo vertice del Terzo polo Fini non ha nascosto i rischi dell'operazione ai suoi interlocutori: «Solo un passo indietro di Berlusconi può evitare che gli eventi precipitino».