29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Media | RAI

Il j'accuse di Saviano: vi racconto la macchina del fango

Inizia oggi «Vieni via con me», il programma ideato con Fabio Fazio. Lo scrittore napoletano interviene con un fondo su Repubblica

ROMA - Parte oggi su RaiTre - a quanto pare fra la preoccupazione dei vertici Rai - la prima delle quattro puntate di Vieni via con me, il programma condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. E proprio lo scrittore napoletano oggi interviene con un fondo su Repubblica con una dura requisitoria contro i vertici rai per dire, «vorrei rivolgermi ai giovani stasera per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi ma lavora da tempo» . in altri termini: «se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia: delegittimare» il rivale agli occhi dell'opinione pubblica. una «disinformazione che è più sottile della semplice calunnia» . e insomma, sottolinea Saviano, «la macchina del fango è il tema della prima puntata» .

A cominciare a quanto pare dai meccanismi Rai: Saviano parte con un j'accuse alla dirigenza relativo alle difficoltà che hanno circondato l'avvio del programma. «Se fossimo stati in silenzio accettando le condizioni che la Rai di Masi ci stava dando» scrive Saviano, avrebbero realizzato un programma che non era quello che avevano in mente. E parla del «nuovo meccanismo della censura»: «Porre difficoltà alla realizzazione di un progetto, ma nell'ombra» e «poi far parlare i fatti: «andate male, non vi guarda nessuno, avete fatto ascolti da terza serata». Il sistema secondo Saviano prevede «togliere i mezzi perché la qualità si affermi, ridurre luce perchè resti in ombra il discorso, questo il nuovo modo per far morire in televisione tutto ciò che può essere cultura». E la requisitoria prosegue parlando delle «balle sui compensi dette in un Paese come il nostro, che campa con stipendi da fame». E ancora: in ultimo «le prove durante le quali, per quanto blindate, cercano di ficcarsi persone pronte a riportare il minimo dettaglio».

E conclude: «E' per questo che siamo qui, per provare a raccontare quella parte del paese, che è la più grande, che ha voglia di ridisegnare questa terra»..