26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
L’esordio di «Vieni via con me»

Fazio, Saviano e Benigni, sbancano lo share

Ieri la puntata è stata seguita da 7 milioni 600 mila ascoltatori. Per il Pdci è la prova del fallimento di Masi. Il direttore generale «non me ne vado»

ROMA - Ascolti record per l'esordio di Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano su Raitre. Ieri la puntata è stata seguita da 7 milioni 600 mila ascoltatori, pari al 25,48% di share.

PDCI: MASI FUORI - «Il successo di ascolti del programma 'Vieni via con me' testimonia che Masi è inadeguato a fare il direttore generale della Rai. I 7.622.677 italiani che l'hanno visto confermano che, nonostante la propaganda di regime, c'è un'Italia che non si arrende. Ieri sera è stata sonoramente sconfitta la logica censoria di Masi. E' ora che l'attuale dirigenza Rai sloggi per manifesta incapacità a governare l'azienda che, come ha dimostrato 'Vieni via con me', ha tutte le risorse umane, tecniche e professionali per rilanciare la tv pubblica nel nostro Paese». E' quanto afferma Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI-FdS.

MASI: RESTO AL MIO POSTO - Non basterà un referendum interno per costringere il direttore generale della Rai, Mauro Masi, alle dimissioni: come conferma lui stesso a Repubblica, «i giornalisti devono sapere che ho due obiettivi. Il risanamento dei conti, già avviato. E rendere effettivamente pluralista la Rai. Cioè, far vivere sul serio le regole del contraddittorio. Il mio più grande nemico è il pensiero unico. Se per portare a casa questi risultati devo incassare delle sfiducie ne prendo anche una al giorno».
Poi, c'è il ruolo del censore, che a Masi va stretto: «Non sono un censore, non ho mai messo il bavaglio a nessuno. Voglio essere giudicato sui fatti e i fatti - sostiene il dg di viale Mazzini - dicono che tutte le trasmissioni sono in onda. Ma tutti dovrebbero rispettare le stesse regole». Ultima domanda, sul futuro di Michele Santoro: sarà in onda a gennaio? «Non è detto. Non escludo nulla e anche Santoro, che è sempre imprevedibile, non esclude nulla», è la risposta, laconica, di Masi.

RECORD DI ASCOLTI - Il programma, informa una nota di Endemol, ha ottenuto picchi superiori a 9.300.000 spettatori e al 32% di share (il più alto alle 22:42 con 9.321.000 spettatori e il 32,02% di share). I contatti sono stati oltre 18 milioni, con una permanenza record del 42,30%. Eccezionali i risultati nei target più giovani e nel pubblico laureato: nel target tra i 15 e i 24 anni il programma ha raggiunto il 28% di share, ha superato il 30% (30,14%) in quello tra i 25 e i 34 anni e, infine, ha superato il 46% di share (46,21%) nel pubblico laureato. Vieni Via Con Me è il programma più visto di RaiTre degli ultimi 10 anni. Il programma, informa una nota di Endemol, ha ottenuto picchi superiori a 9.300.000 spettatori e al 32% di share (il più alto alle 22:42 con 9.321.000 spettatori e il 32,02% di share). I contatti sono stati oltre 18 milioni, con una permanenza record del 42,30%. Eccezionali i risultati nei target più giovani e nel pubblico laureato: nel target tra i 15 e i 24 anni il programma ha raggiunto il 28% di share, ha superato il 30% (30,14%) in quello tra i 25 e i 34 anni e, infine, ha superato il 46% di share (46,21%) nel pubblico laureato. Vieni Via Con Me è il programma più visto di RaiTre degli ultimi 10 anni.

RIZZO NERVO: MASI SI SCUSI - Dopo il record di ascolti di Fazio e Saviano, il dg Mauro Masi dovrebbe «ammettere la sua inadeguatezza». Lo dice Nino Rizzo Nervo, consigliere di minoranza Rai.
«Credo che adesso - afferma in una nota - il direttore generale della Rai debba chiedere scusa a Roberto Saviano, a Roberto Benigni, a Fabio Fazio, al maestro Claudio Abbado e a Paolo Ruffini. 7.622.677 spettatori di media con punte di oltre 9.300.000 per una serata di grande impegno civile su Rai3 devono far riflettere su cosa significa 'tv di qualità'. Ieri abbiamo assistito al trionfo della forza della parola, al favore che anche il pubblico dei grandi numeri ha nei confronti di un programma diverso, intelligente che con pacatezza, autorevolezza ed ironia affronta i mali del nostro tempo».
«Masi - prosegue Rizzo Nervo - deve chiedere scusa anche a quel pubblico e prendere atto che un direttore generale che impegna le sue energie soltanto nel frapporre ostacoli a quelle trasmissioni che giustificano il servizio pubblico significa soltanto che di televisione non capisce nulla e di conseguenza, prima di compiere altri danni, ammettere la propria inadeguatezza».