29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Stop and go al Senato

Lodo Alfano, si riapre la corsa all'emendamento

Domani summit di Futuro e libertà su reiterabilità e «trattamento» del Presidente della Repubblica

ROMA - Lodo Alfano, tutto, o quasi, da rifare. Partendo da due cardini: il 'trattamento' del presidente della Repubblica e la reiterabilità dello scudo ai processi penali. Per questo, domani, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, con ogni probabilità riaprirà i termini per la presentazione degli emendamenti e consentire così alle forze politiche di modificare il provvedimento. Quella dunque che doveva essere una settimana di rush per la norma, con addirittura due sedute notturne convocate, potrebbe diventare una «intensa, seppur breve, riflessione».

Prerogative del Presidente della Repubblica - Per intanto, la prima modifica riguarderà le prerogative del presidente della Repubblica, dopo l'intervento diretto di Giorgio Napolitano della settimana scorsa. Su questo, sia il presidente che il vice del gruppo al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, hanno già annunciato interventi. Poi, l'occasione offerta dall'intervento sul capo dello Stato sarà buona anche per un'altra modifica, quella sulla reiterabilità dello scudo. Questa prerogativa dello 'scudo' era infatti contenuta nella prima versione della norma (nota come Lodo Schifani) ma era stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Era poi sparita nella seconda stesura (il Lodo Alfano per via ordinaria, anch'esso bocciato dalla Consulta), salvo poi tornare in auge con la versione del lodo costituzionale. Ma su questo, i finiani hanno trovato di nuovo qualcosa da obiettare, tanto da 'costringere' il resto della maggioranza a riaprire ancora una volta i giochi.

Palla di nuovo in mano a Fli, quindi, che ha lasciato trapelare la notizia di un vertice tra la responsabile Giustizia del partito, Giulia Bongiorno, il capogruppo al Senato Pasquale Viespoli e l'unico esponente di Fli in Prima commissione a palazzo Madama, Maurizio Saia. Proprio lui, oggi, ha spiegato che «l'incontro di domani servirà a valutare i contenuti dell'emendamento contro la reiterabilità» dello scudo penale per le alte cariche dello Stato, «che presenteremo qui al Senato, richiamandoci al testo base, quello su cui c'era l'accordo». In realtà, a dare la linea ci ha pensato lo stesso Fini: «Non siamo disponibili - ha detto - a garantire la persona ma è la funzione che va tutelata» e «non vedo - ha aggiunto il presidente della Camera - come, se il Pdl non dovesse cambiare idea, il Presidente Berlusconi possa prendere questa questione come pretesto per fare una crisi di Governo». Ciononostante, domani Bongiorno e colleghi dovranno comunque prepararsi ad affrontare tre scenari diversi, perchè non è affatto detto che Vizzini, in realtà, riapra davvero il termine per gli emendamenti. Il presidente della commissione infatti potrebbe presentare, come relatore, le modifiche approvate dal Pdl e riaprire il testo ai sub-emendamenti solo alle nuove proposte di modifica, oppure accogliere l'istanza di approvare il testo così com'è in commissione e cambiarlo poi in Aula, per fare prima.