19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Maggioranza

Fini «attacca» su giustizia e legge elettorale

Pronta la mossa di Futuro e Libertà su presidenza commissioni: ok alla Bongiorno o ribaltoni anti-Pdl. Bocchino: «Alleanza con Udc-Mpa, Leader può essere Montezemolo»

ROMA - Il rinnovo delle commissioni, certo. Ma questo è solo uno dei nodi che la maggioranza proverà a sciogliere nelle prossime settimane. Di certo c'è che oggi si è incrinata la fragile tregua nella coalizione di governo. Ha iniziato il Presidente della Camera Gianfranco Fini, chiarendo ai corrispondenti stranieri: il governo rischia la crisi sulla giustizia. Ha proseguito Italo Bocchino, immaginando un'intesa Fli, Udc ed Mpa per sostenere Luca Cordero di Montezemolo alla Presidenza del Consiglio. Ha chiuso il cerchio Fini, scrivendo al Presidente del Senato Schifani per chiedere che l'iter della riforma della legge elettorale parta dalla Camera.

Domani, intanto, si decide sulle commissioni. «Abbiamo fatto una scelta e abbiamo intenzione di confermarla», ha provato a sera a blindare il patto nella maggioranza sul rinnovo delle commissioni parlamentari Fabrizio Cicchitto, dopo le voci di un possibile ribaltone in commissione Giustizia a favore di Giuseppe Consolo e a scapito della Bongiorno. Il gruppo di Fli alla Camera, in ogni caso, ha provveduto oggi ha recapitare riservatamente un chiaro messaggio al Popolo della libertà: niente scherzi sulla Bongiorno o la reazione di Futuro e libertà sarà immediata.

La rappresaglia - Fli ha già individuato tre commissioni sulle quali far scattare la 'rappresaglia'. Sono commissioni nelle quali il gruppo di Fini è determinate e sono a guida leghista: Esteri, Attività produttive e Ambiente. In queste ultime due si vota un'ora dopo il rinnovo della commissione Giustizia. Se il Pdl, nel segreto dell'urna, dovesse bocciare la Bongiorno (magari a vantaggio del finiano Consolo) la reazione di Fli sfocerebbe in immediati 'ribaltoni' a scapito del Pdl.

L'avvertimenti - Mentre Silvio Berlusconi trascorre il primo giorno dopo l'intervento alla mano (domani potrebbe volare in Sardegna per la convalescenza), Gianfranco Fini avverte l'esecutivo: «Sulla giustizia potrebbe cadere». Secondo l'ex leader di An, «Berlusconi vorrà andare avanti ad imposizioni», se «io parlo di legalità e loro mi ignorano» la sopravvivenza dell'esecutivo non e' scontata: «Io sono aperto ad approvare una legge realmente 'ad personam' che sospenda, come succede in altri paesi, i processi al premier e ad altre cariche dello Stato fino a fine mandato, sempre che non sia retroattiva e che non pregiudichi altri cittadini».

Parole nette, al pari di quelle spese a sera sulla legge elettorale. In una lettera inviata al Presidente del Senato, Fini chiede che ad esaminare le proposte di modifica del sistema del voto sia la Camera. Tra le motivazioni addotte, il «significativo carico di lavoro» che grava sulla commissione Affari costituzionali e l'intesa avvenuta a inizio legislatura, quando «avevamo convenuto su una ripartizione del lavoro in tema di riforme istituzionali ed elettorali, attribuendo alla Camera la priorità quanto ai progetti di legge per la revisione della legge elettorale europea».

A far salire nuovamente la tensione tra FLI e il Pdl ci pensa anche Bocchino. In un'intervista radiofonica il capogruppo di Futuro e libertà propone un'alleanza tra FLI, Udc e Mpa: «Noi terzo polo? No, il nostro sarà il vero centrodestra, uguale a quello che c'è in Germania, Francia, Inghilterra e costituito da vari soggetti: Fini, Casini, Lombardo». Quanto al leader, «Montezemolo, se scende in campo, è un'opzione». Tanto basta a indispettire il Pdl, ma anche le colombe finiane, che ironizzano: «Montezemolo candidato premier di un nuovo centrodestra? E perché non Fernando Alonso? Lui almeno di vittorie se ne intende».