12 ottobre 2025
Aggiornato 05:30
Partito Democratico

Veltroni: non sono il Papa straniero

L'ex segretario del PD in una lettera a Repubblica: «Prima far dimettere Berlusconi, poi cambiare il Paese»

ROMA - «Non sono io il papa straniero», ovvero il candidato premier del centrosinistra in alternativa al segretario del Pd Pierluigi Bersani. Walter Veltroni, ex segretario dei Democratici, prende carta e penna e, in una lettera a Repubblica, spiega che bisogna smetterla «di parlare solo di nomi e di persone», «basta con i veleni inutili». «Secondo i soliti anonimi bene informati - sostiene Veltroni - il documento firmato da 75 parlamentari del Pd altro non sarebbe che un mio diabolico disegno per diventare il cosiddetto 'Papa straniero'».

«Io stesso - prosegue l'ex sindaco di Roma - vi ho fatto riferimento, sostenendo che non si debba escludere, in caso di elezioni anticipate, di scegliere, come fu nel '96, una persona della società civile che possa aggiungere apertura e consenso al centrosinistra. Tutto qui». Insomma, per Veltroni «il primo obiettivo per tutti deve essere far dimettere» Silvio Berlusconi, e poi «costruire una credibile alleanza riformista» che «cambi radicalmente questo paese malato». Questo, spiega con un lungo discorso l'ex leader democratico, «è il senso del documento, che nasce dalla preoccupazione che all'auspicato tramonto del berlusconismo non corrisponda l'alba, come sarebbe naturale in tutti i paese europei, di un nuovo ciclo, questa volta davvero riformista».

SeSecondo Walter Veltroni, infatti, nel centrosinistra «ci sono già abbastanza candidati per primarie non fissate in vista di elezioni non convocate. Io - scrive - non sarò tra questi. Nel mio documento non c'è una parola che metta in discussione la leadership o invochi congressi. Dunque smettiamola di mettere in giro veleni inutili e abituiamoci all'idea che ci sia chi vuole solo discutere di una oggettiva difficoltà non dopo le elezioni, per sacrificare poi un altro agnello, ma prima. Se è vero che in questa fase il berlusconismo è in difficoltà - afferma - è anche vero che il Pd, in un momento che dovrebbe essere favorevole, è al 24%. Chiedersi perchè è un dovere».