29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Soddifazione del Ministro Alfano

Mafia: confiscati beni per 800 milioni al re della sanità privata siciliana

Michele Aiello, imprenditore di Bagheria, condannato a 15 anni e sei mesi, era legato a Bernardo Provenzano

PALERMO - Scacco alla mafia. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale, hanno confiscato tutti i beni riconducibili all'imprenditore Michele Aiello per un valore di 800 milioni di euro. Aiello è considerato vicino al boss di mafia Bernando Provenzano, ed è attualmente detenuto dopo una condanna, in secondo grado a 15 anni e sei mesi per associazione di tipo mafioso, corruzione continuata e truffa aggravata.

Secondo l'ipotesi accusatoria, poi confermata in giudizio e sviluppata sulle basi delle investigazioni condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, Aiello aveva contato in tutto l'arco della propria crescita imprenditoriale, nata nel settore edile e poi ampliatasi esponenzialmente in quello della sanità, sulla sostanziale situazione di monopolio assicurata dall'appoggio dei vertici di quella organizzazione criminale, che aveva anche investito ingenti somme di denaro nelle molteplici attività imprenditoriali a lui facenti capo.
Il provvedimento di oggi, si legge in una nota, trae origine dagli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Sezione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo che, il 26 marzo 2004, avevano già consentito di pervenire al sequestro, oggi tramutato in confisca. La confisca riguarda beni per un valore di circa 800 milioni di euro irrevocabilmente giudicati tra le disponibilità economico-imprenditoriali di Aiello.

Tra di essi, anche il polo oncologico di eccellenza «Villa Santa Teresa», a Bagheria in provincia di Palermo, con 108 posti letto; 8 imprese operanti nel settore edile in territorio siciliano, 6 imprese operanti nel settore sanitario. E ancora la società che gestisce la squadra di calcio di Bagheria (PA), la Bagheria Calcio s.r.l.; edifici, appartamenti, ville, terreni, autovetture, imbarcazioni, polizze vita e magazzini.

Soddisfatto il Ministro Alfano - «La confisca dei beni all'imprenditore mafioso Aiello, continua ad offrire ai cittadini la certezza di uno Stato deciso ad eliminare ogni tipo di associazione mafiosa». Così il ministro Angelino Alfano commenta l'operazione di confisca dei beni a carico dell'imprenditore Michele Aiello.
«La eccezionale operazione di confisca effettuata oggi dalla Procura palermitana e dai Carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, ai quali va il mio personale plauso - prosegue Alfano - è un'altro dei tasselli del puzzle contro le mafie, che le diverse articolazioni dello Stato stanno cercando, insieme, con sacrificio, pazienza, passione e professionalità, di ultimare».
«Il testo unico antimafia, le norme sull'aggressione dei patrimoni mafiosi, le norme sulla sicurezza e le straordinarie capacità delle donne e degli uomini della magistratura e delle forze dell'ordine, hanno consentito, in soli due anni di Governo, risultati mai raggiunti fino ad oggi. Le mafie - continua il ministro - sono e saranno sempre perdenti di fronte allo Stato, e ciò è pienamente dimostrato dal fatto che i capi storici ed i vertici di tutte le organizzazioni mafiose operanti in Italia, sono stati arrestati e rinchiusi in carcere sotto regime di 41 bis e che sono ormai innumerevoli le confische di beni già effettuate dallo Stato, per un valore di diversi miliardi di euro».

Maroni: «Impegno massimo» - «Anche alla vigilia di ferragosto l'impegno dello Stato contro la mafia è massimo e produce risultati eccellenti». Con queste parole il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentato il provvedimento di confisca di beni, per un valore di 800 milioni di euro, eseguito oggi nei confronti di Michele Aiello da parte dei Carabinieri di Palermo su disposizione della magistratura palermitana.